Pubblicato il 29/11/2014 00:28:22
Come cemento D'afoso respiro, Idrogeno Alitante il sole Dai raggi che Tremare mi fanno Di calore. Come l'ombra rende Più vaga e più netta La figura, Che in mitosi M'insegue a cloni Duplici e triplici Di coscienza, paura e lussuria, Secondo il respiro della luce, Sua necessità nemica. -La fotosintesi delle ombre!- Mi fermo e sono una rosa, La rosa dei venti: Indico la direzione delle correnti E non vado in alcun dove. Dell'aria tutti i flussi m'attraversano, Tuttavia. Così l'utero e il seno e il ventre dal rosso di scirocco percossi Come gobbe di cammelli, Il cervello e gli occhi raffreddati dal maestrale Come vele di navi lontane. E i sogni, quale soffio li spinge?
Sei arrivato nell'eclissi, Nella quiete siderale Che è notte e vaga e netta ombra. Sai che v'è ombra dove c'è luce E la attendi con sorrisi nel buio, La consoli con labbra bagnate, La desideri con le mani sul mandorlo, Di piogge carico e clorofilla e amore. E quella si mostra in raggi Semiacciecanti di intellettuale bellezza Ed estasi orgasmica. Autoprofezia della luce. Quando tornerà? Quando anche loro si sveglieranno, E le ombre saranno stanche, e i colori vorranno ascoltare Il rumore della luce che li respinge E li attraversa, come i venti.
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