Pubblicato il 24/09/2015 14:48:25
Era un pomeriggio d’estate. Pioveva. Maria ed Ester osservavano in silenzio le mille e mille gocce che scivolavano dai tetti raccogliendosi in rivoli fangosi lungo la via. Le due ragazze erano amiche da lungo tempo. Abitavano vicino e si vedevano spesso. Quel giorno Maria aveva portato un dolce all’amica e ne avevano mangiato qualche fetta insieme. Stavano confidandosi i loro segreti: sogni, passioni, desideri, quando il ticchettio sui tetti le aveva sorprese. Avevano guardato attraverso la finestra ed ecco, fuori c’era la pioggia. “Maria, ho paura!” disse Ester all’improvviso. “Che, hai paura di un acquazzone?” la prese in giro Maria. “Non scherzare… mi è successo qualcosa… volevo venire a casa tua per raccontarti tutto, stavo per uscire, quando ti ho vista arrivare…” Maria distolse lo sguardo dalla finestra e studiò incuriosita il viso preoccupato dell’amica. “Dimmi tutto”, disse, “ti ascolto”. “Ecco, ieri sera ho meditato a lungo le Scritture, prima di addormentarmi, e stanotte… mi è apparso un angelo in sogno. Ciao, Ester, non avere timore di me, mi ha detto con una voce dolcissima. Oh, Maria, non ho mai sentito un giovane con la voce così! Non ho avuto più paura. Mi sono sentita invasa da un senso di benessere che non avevo mai provato prima”. “E poi?” “Mi ha detto: sei stata scelta da Dio. Per opera dello Spirito Santo avrai un figlio: sarà il Messia che il tuo popolo attende da tempo”. “E tu?” “Io, sai… non ce l’ho fatta ad accettare. Non sono molto forte. Il signore non può volere degli eroi. Cosa avresti fatto se fosse successo a te?” Maria tornò a guardare fuori dalla finestra: aveva smesso di piovere e nel cielo, sgombro di nubi, cominciavano ad apparire le prime stelle. Già, che cosa avrebbe fatto, che cosa farebbe se ora la scelta del Signore cadesse su di lei? In quel momento si udì una voce di donna chiamare da fuori: “Ester, Maria è con te?” “Si”, rispose la ragazza affacciandosi all’uscio. “Maria, ti cercano”, disse poi rivolta all’amica, che a sentirsi chiamare s’era riscossa dai propri pensieri. “Ah, è Giuditta”, si ricordò Maria, “le serve del lievito, perché il suo è ammuffito. Mi disse ieri di lasciargliene un po’. Devo andare. Buona notte. E non tormentarti troppo: il Signore comprende il nostro cuore e sa perdonarci le debolezze”. “Buona notte, Maria, e grazie di tutto”, fece Ester, e rimase ad osservare, rinfrancata, l’esile figura che si allontanava sotto la luce della luna, fino a che non la vide sparire, inghiottita dall’ombra di una casa.
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Antonio Risi, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|