Sconosciuto mi fu quell’uomo
anni vicino eppure sconosciuto
mi sorreggeva in fasce
artista orgoglioso della sua creazione
abbozzando un sorriso sulle labbra
quadro sereno stracciato dal tempo
giorni, mesi, anni, allontanandomi da lui
l’indifferenza slega il nodo complesso
essere invitto nel fallimento
nessun legame fra quantici universi
ombra fugace inconsistenza corporea
nulla
pensieri, sofferenze, emozioni
nulla
la distanza è scudo impenetrabile
fui mastro di malta e mattoni
in quel muro intricato
di sentimenti riprovevoli
non si patteggia con l’inferiore
respinsi nell’infimo ghetto colui indegno
lacrime amare scorsero senza solcare
l’impassibilità del cuore
troppo
l’immenso mio ego
sprofondò la sua anima
paura di somigliargli
rinnegando il legame sanguigno
sconfessando ciò che è inciso negli astri
altergo di me stesso?
perché io?
sono migliore, sono di più
molto di più
neppure il suo dipartire
nel silenzio
incrinò lo scudo
nemmeno una parola
il nulla assoluto
nemmeno dirgli addio
mille chilometri lo lasciai distante
semplicemente sconosciuto
eppure mi amò
una parte del suo cuore
ha serbato per me
lasciò la sua vita, la libertà sul suo amato mare
straziò il cuore
seppellendo i sogni
immolandosi al mio bene
io ingiusto accusatore
negai
l’ultima stilla felice nell’animo
sconosciuto, prigioniero del tuo amore
comprendo ora
la repentina gioia nel tuo sguardo
i rari attimi d’illusoria unione
riconosco solo adesso chi fosti
venni a cercarti sulla tomba
in mano fiori di pace
gli sguardi si incrociarono
legando indissolubilmente i pensieri
lenta armonia
lo stallo del tempo cercando parole silenziose
quel filo interrotto finalmente guarito
il trattenermi, perdendo il senso di direzione
fra i viottoli del piccolo cimitero di Gallipoli
cercare l’uscita e non trovarla
il tuo modo di dire, resta
non lasciarmi ancora
oh mai accadrà
sconosciuto non sarai
sei mio padre!
lacrime di pentimento al dolore
che stolto ti inflissi
pregare per il perdono
solo questo posso fare.
Tuo figlio per sempre
con tutto l'amore.
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