Pubblicato il 11/11/2014 11:43:00
Prima c’è stupore con cui si guarda a queste cose, poi subentra il dubbio, il sottile freddo. Mi odoro le mani, sento l’odore erbaceo e mi sento a casa Tra gli aranceti Protetta dal buio della città Custodita da piccole sfere di luce profumata e morbida Come l’erba bagnata nella pioggia di novembre Si prepara ad esplodere tutto In fiori bianchi di sposa a coriandoli E verde tumido che sboccia Come l’alba tra nubi sulfuree Una goccia gialla e poi Arancio Sempre più intenso La più audace arriva al rosso E si ferma come una mano Che non deve salire oltre L’orlo della gonna E pende da un ramo Come un sorriso Perso e imbarazzato È casa Casa mia Lì in quel Giardino chiuso Nei miei occhi
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