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Il Circolo Doppia P

di Alessandro Amoresano
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Pubblicato il 12/07/2015 15:28:39

Massoneria,  illuminati, templari, club dei suicidi,  poeti estinti.

Molte sono le storie e le leggende narrate circa questi gruppi esoterici, gente unita per piaceri culturali, sessuali oppure con a capo un messaggio di vitale importanza per il genere umano.

Un fitto alone di mistero e di paura circonda queste persone: chi erano? Perché si riunivano? Che cosa facevano?

Certo, queste nominate erano e sono tuttora sette terribili, ma nessun essere umano avrebbe mai potuto immaginare quel che succedeva nel più terribile gruppo massonico, esoterico ed estremista mai esistito sulla faccia di questo insulso pianeta: il circolo della doppia P.

I membri sono sempre rimasti a noi ignoti. L’unica cosa a noi pervenuta tramite infiltrati (i quali per ovvi motivi non possiamo nominare)  è che la formazione del club era di sole quattro persone: quattro persone a dominio del globo.

 

 

«Ma non è puccioso Pascoli, con quei suoi baffoni? Io lo amo!»

Allen amava tutto ciò che era puccioso, a partire dalla cioccolata, dai bambini, e a finire con il suo professore di filosofia, un uomo di un metro e ottanta, sui sessant’anni, con un paio di baffoni alla Tom Selleck ed un fisico e un modo di fare che ricordavano non vagamente, bensì direttamente, Winnie the Pooh.

« E comunque banane!»

Il suo classico intercalare. Banane. Ovviamente, quando lo pronunziava, le sue amiche non potevano far a meno di pensare al doppio senso, ma la forza dell’abitudine e il sentirlo costantemente sopprimeva in loro ogni ilare e malnato pensiero: il doppio senso ormai era così dichiarato che quasi era celato.

 

« Allen,  comunque quello era un pedofilo! Sempre a pensare ai fanciullini, al nido… Se, se, non mi ha mai incantata. Noi critichiamo tanto D’Annunzio, ma almeno quello mostrava a tutti apertamente quello che era. Poi vabbè, vogliamo mettere Pascoli a paragone con Oscar Wilde? Non possiamo, Oscar Wilde era astonishing, marvellous…»

Liz era la sapientona del gruppo, specializzata in dandylogia applicata ( ovvero “l’arte di fare ed essere un dandy”). Beveva solo Earl Grey Tea proveniente dalle colonie inglesi e non si abbassava mai ad interloquire con gente di infimo rango sociale. Il mondo si divideva in due parti per lei: chi aveva fatto il liceo classico, e chi non aveva fatto il liceo classico. Il resto era caccapupù.

«LIZ ODDIO, GUARDA, UN DANDY!»

« Sei pessimo, Aaron!»

Aaron era lo “scemo del villaggio”. O meglio, del gruppo, nonché unico membro di sesso maschile. Era anch’egli una persona di grande cultura ma, a differenza delle altre, non lo dava a vedere. Preferiva esibirsi in discorsi sconclusionati e depistanti senza né capo né coda o, ancora meglio,  elargire al mondo la sua vasta conoscenza di battute così squallide che persino uno scimpanzé inebetito con aerofagia se l’avesse sentito gli avrebbe tirato un qualche oggetto contundente sulla fronte. L’unica cosa che si poteva dire in suo favore è che era un ottimo pittore.

«Aaron, sei un’idiota! Sono due secoli che aspetto quel ritratto che non mi hai mai fatto!»

Questa che aveva appena bofonchiato era Carmen, la neofita del gruppo. Era quella che aveva i voti più bassi, nonché la più bassa del gruppo. Ma come si sa, spesso nella botte piccola c’è il vino buono… E che vino! Aveva un caratterino tutto pepe, e se avesse voluto e si fosse incazzata, cosa che non era affatto rara, avrebbe potuto instituire un nuovo ordine mondiale in autonomia.

Questi loro ameni colloqui si scatenavano durante le tediose mattinate scolastiche in quello sperduto liceo classico della più infima città del meridione.

« Ragazze, la stronza domani interroga in greco, che facciamo?»

«Io ci vedo un’assenza per motivi di salute» disse Aaron.

«Io ci vedo uno sciopero dei mezzi» disse Allen.

« Io ci vedo la morte del mio criceto» disse Carmen.

La guardarono estraniati.

«Sarebbe il quinto in due settimane, Carmen…»

« Qual è il problema? Lei non sa quanti criceti ho…»

Mentre progettavano il da farsi, una voce, in fondo all’aula, segnò il destino della civiltà occidentale.

«Professoressa, abbiamo fatto il sorteggio ed abbiamo deciso che domani vengono in greco: Carmen, Ginny, Allen e Liz!»

Le vittime sacrificali erano uscite, e per mano di Milly: la più odiosa leccaculo della classe. Il suo fisico da top model da urlo avrebbe fatto arrapare e diventare lesbica una suora di castità.

Purtroppo , quando distribuivano cervelli, lei era in prima fila per la quarta di seno: sapete, c’erano i saldi…

Comunque, nel preciso istante in cui chiamò quei nomi si ebbe un mutamento facciale nei volti dell’ameno gruppetto.

Liz era entusiasta perché sapeva tutto, ogni cosa dello scibile umano, e le sue interrogazioni finivano sempre con interrogatori rivolti alla professoressa del tipo:

“Dimmi stronza, dov’eri tu quando Troia è caduta?! Dov’eri tu quando nel 476 d.C. l’Impero Romano d’Occidente si è sfaldato?! DOV’ERI TU QUANDO DISTRUSSERO LA LEGA DELIO ATTICA?! ALLORA?”

Si, un qualcosa di simile.

Aaron trasudava gioia da tutti i pori, come un ergastolano a cui era stata concessa la libertà. Era salvo.

Allen era rimasta indifferente, le cose le sapeva. Pensava solo a cosa avrebbe mangiato la sera prima dell’interrogazione: latte e cioccolata e zucchero, o zucchero latte e cioccolata? Il quesito era arduo.

E Carmen, bè, la povera Carmen stava invocando tutte le divinità dell’oltretomba. Era la sua fine, sarebbe stata bocciata dato che era l’ultima interrogazione dell’anno. E lei aveva campato di rendita per tre mesi con un sei strappato allo scritto.

Non ci sarebbero stati criceti morti che l’avrebbero salvata, e il non presentarsi la sesta volta avrebbe comportato automaticamente l’espulsione: doveva agire.

« Ragazzi, chiedo l’aiuto del gruppo della doppia P!» esclamò.

«Doppia P?»

«Si, Pascoli Pedofilo!» esclamò Allen euforica.

« Io accetto l’invocazione a patto che si cambi nome al gruppo! “Puny Punishers”! Che ne dite?» propose Liz.

Tutti acconsentirono al battesimo ufficiale del gruppo, soprattutto perché non avrebbero retto ad un altro dibattito con Liz e le sue manie anglofone.

« Stanotte, all’una, sotto casa della stronza…»

«Hai un piano?»

«Io ho una chitarra! Facciamo un complesso!» esclamò Aaron.

«Tu sei complessato, è diverso!» disse Carmen

«Io porto il tè!» disse Liz.

«Io porto pasticcini!» disse Aaron.

«Io porto BANANE!»

Lo sguardo ricadde su Allen.

 

Gli orari della prof di greco erano semplici: alle 21:00 cenava, alle 22:30 parlava con i suoi gatti, alle 00:00 attaccava con il film porno, alle 01:00 attendeva giù al palazzo l’arrivo del cingalese ultrasettantenne che le dispensava favori in cambio del vitto. Nonostante lei avesse trentacinque anni, portati decisamente da matusalemme, non aveva mai trovato un’anima pia al di sotto dei sessanta che volesse frequentarla. A parte i gatti ovviamente, ma questa è un’altra storia…

 

Gli orari furono puntuali. Alle 01:00 la stronza era giù al palazzo ad aspettare il cingalese.

Alle 01:01 una macchina, una vecchia Fiat punto, passò innanzi all’abitazione.

Dalla Fiat uscirono due membri del gruppo, mascherati con pacchetti di pasticcini andati.

Appena li vide, la stronza pensò a qualche nuovo gioco erotico del cingalese, soprattutto perché avevano dei caschi di banane in mano. Gli incappucciati iniziarono a menarle le banane in testa cercando di tramortirla, ma ella non faceva altro che ridere e gridare “Più forte!”.

Alla fine la legarono e la chiusero nel portabagagli. Non ci fu opposizione da parte della rapita, sembrava quasi eccitata per quello che le stava accadendo. Anzi, senza dubbio lo era.

«Allora, avete visto che servivano le BANANE?»

«GUIDA E TACI! Questa è l’ultima volta che ti diciamo di portare il materiale! Per non parlare di questi cazzo di sacchetti di biscotti muffiti!»

«Quello è colpa di Aaron, oh…»

«Sentite, ma noi ve l’avevamo detto! Io porto i biscotti, Allen le banane e…»

Atroce dubbio.

«Liz, mica avrai portato l’Earl Grey vero?» chiese Carmen.

«Ma per chi mi hai preso? Per questi due? Parti un po’, va…»

«Ah, meno male. VAI ALLEN!»

 

Dopo un viaggio un po’ movimentato, condussero la vogliosa prof di greco nei sotterranei dell’edificio scolastico dove, durante i mesi di nullafacenza nelle ore di educazione fisica, avevano allestito una vera e propria sala torture.

Bendarono e legarono stretta la stronza ad una sedia. Poi iniziarono il rituale.

«Ma… ma voi non siete Omar? Chi siete? Che volete farmi?»

«TU! Tu domani hai intenzione di interrogare, non è vero?»

«Cosa?»

«Ti sfido, ti sfido due volte stronza! Tu domani hai intenzione di interrogare vero?»

«Cosa?»

«Cosa è un paese che non ho mai sentit… Ah scusami! ALLEN CAZZO, LEVALE QUELLE BANANE DALLE ORECCHIE!» urlò Carmen.

«Scusami, è stato più forte di me. Ma non chiamarmi più Allen, che se no quella mi riconosce! Ora le tolgo le banane! Comunque ci tenevo a dire che ho portato le merendine! Se ne volete un po’…»

«Sono circondata da incapaci! Che stavo dicendo… Ah si, HAI INTENZIONE DI INTERROGARE DOMANI?»

«Si, perché?»

«Perché tu non lo farai!»

«E perché?»

«Perché se lo fai, noi ti veniamo a prendere e ti torturiamo»

« E perché?»

«BASTA! TORTURIAMOLA! L. portami la tortura!»

Liz si avvicinò con una bacinella ricolma di tè verde.

«L. cos’è sta roba?» chiese Carmen

«Tè verde. Per la tortura cinese»

«Ma avevi detto…»

« Che non ho portato l’Earl Grey. Non lo spreco per infime torture, preferisco berlo»

«Ah, e poi siamo io e Allen che…»

«AARON SEI UN COGLIONE! NON  DOVEVI DIRE IL MIO NOME!»

« MA ORA PURE TU HAI DETTO IL MIO! CHE CAVOLO!»

«VIA, VIA, FUGGIAMO!» urlò Liz.

« SIETE DEGLI INCAPACI! ADESSO DOVRO’ FAR MORIRE UN ALTRO CRICETO!» gridò Carmen.

Fuggirono, lasciando l’insegnante chiusa nel sotterraneo ancora rintronata dalle troppe banane ricevute in testa. In realtà non aveva capito nulla di ciò che stava succedendo, pensava Omar le stesse facendo uno scherzo e volesse girare con alcuni suoi amici un film porno tipo “Maestrina ed alunno”. Già si vedeva nelle categorie di Youporn, sognando il successo e la gloria da pornostar.

Allen tornò un secondo indietro: aveva dimenticato le merende.

«Sentite ragazzi e ragazze, ma quand’è che entriamo nel vivo della faccenda?» chiese la prof.

Allen la guardò sospettosa. Era pur sempre bendata, e forse non li aveva riconosciuti.

« Ragazzi, potete dirmi almeno come vi fate chiamare? Almeno il nome da cercare su Youporn, sapete…»

Allen trattenne le risate, avrebbe voluto farle un video in quel momento ma aveva il cellulare scarico. Si guardò circospetta, sperando che nessuno del gruppo la sentisse e sussurrò alla stronza…

« Siamo il Circolo Doppia P»

«E sarebbe?»

«Pascoli Pedofilo!»

 

 

 

 

 


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