Pubblicato il 29/07/2015 14:02:18
Una sera che il prato era verde oro e gli alberi, marmo venato alla luna, si ergevano come nuovi mausolei di strida e brusii di insetti, io stavo sdraiato sull’erba, ad ascoltare le immense distanze aprirsi su di me, e mi chiedevo cosa sarei diventato e dove mi sarei trovato, e quanto a malapena esistessi, per un attimo sentii che il cielo vasto e affollato di stelle era mio, e udii il mio nome come per la prima volta, lo udii come si sente il vento o la pioggia, ma flebile e distante come se appartenesse non a me ma al silenzio dal quale era venuto e al quale sarebbe tornato.
(da L’uomo che cammina un passo avanti al buio, Mondadori, 2011 – Trad. Damiano Abeni)
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