Anche senza accorgercene subito, tutti noi cambiamo qualcosa, ogni giorno.
Che si tratti del nostro modo di pensare, di approcciarci al mondo esterno, di volerci bene o essere affabili con gli altri, di credere o negare un’evidente verità, di accettare, limitare o soffocare la crescita di alcuni sentimenti, di corazzarsi al soffrire dopo avere ricevuto un colpo basso o una delusione, di non poter fare sempre a modo nostro a causa di chi ci gravita attorno e parecchio altro legato al cammino esistenziale, si viene comunque a creare una sorta di congestione emotiva, come “semplice” risultato della spinta a scegliere di mutare atteggiamento, per ripristinare uno stato di benessere.
Si cambia, quando le possibilità lo consentono, ma soprattutto perché sfiniti di fronte a chi ci ha preso in giro o ha finto di non comprendere la nostra natura interiore.
Si cambia, perché qualcuno o qualcosa ha innescato la riflessione in noi stessi, facendoci miracolosamente aprire gli occhi, perfino trattandoci male.
Si cambia idea, mentre su altri punti si resta irremovibili, giacché non si ha più voglia di fare compromessi, di assorbire i brutti pensieri che accompagnano l’incontro con gente perennemente insincera, ma pronta a succhiare le giovevoli energie che trasmetti.
Si cambia, perché si porta rispetto all’intelligenza posseduta, declinando ipocrite giustificazioni di chi, consapevole d’averci ferito, ha evitato di rimediare alla chiusura delle nostre manifestazioni di fiducia.
Si cambia, con chi a nulla importa di noi e ci ha indotto ad anestetizzare pure il cuore, rimasto fedele ai suoi battiti al minuto, dopo essere stato messo sotto pressione dagli attacchi dei distruttori di malafede, antagonisti dell’amore multiforme.
Si cambia, diventando diffidenti e intransigenti con il prossimo, per il timore di domandare scusa.
Si cambia, nell’istante di non sentirsi all’altezza di situazioni improvvise, che mettono a repentaglio la nostra forza morale e l’onestà raggiunte con immenso sudore, per mantenersi puliti in un’epoca di eccessiva furbizia e inganno internazionale.
Si cambia, decidendo di dire “basta”, a prescindere dall’aver incondizionatamente ricevuto o fatto troppo bene, a coloro che neppure lo meritavano.
Si cambia, con la voglia di trovare la bellezza nell’anima, di far fiorire il desiderio di tranquillità, indispensabile a raccogliere le risorse per poter continuare a sopravvivere, oltre ogni dire.
Si cambia, volendo gravitare attorno a gente in grado di comprendere le umane debolezze, per trasformarle simultaneamente in occasioni di mutua crescita.
Si cambia, perché senza il mutamento non serviremmo a nessuno, evitando di lasciarsi morire in un torpore insignificante, dinanzi a chi ci ammira e sosterrà durante il capovolgimento del nostro edificante esempio, messo nelle loro mani.
Insomma, ci saranno infinite ragioni per cambiare, dovendosi adattare al moto del tempo e all’impensato futuro della nostra coscienza e libertà.
Ma una cosa è certa: se non si cambia, giammai potremo sviluppare maggiore capacità di gestire l'esitazione, masticare l'inimmaginabile, affrontare situazioni fortuite con più resilienza.
Ciascuno tragga le migliori conclusioni.
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