Pubblicato il 13/10/2014 09:06:52
In casa dell’estate regna il senso del non senso. Guardo quella camicia vuota appesa. Nel taschino ancora un fazzoletto di sudore. Le ciabatte con la tua impronta, come orecchio a una conchiglia per immaginare l’onda, fra miriadi di cose che ti furono. E un presente m’invento eterno di carta straccia. Vorrei sollevare la tua buccia soffiarci dentro nutrimento. Ma parla e chiama il pensiero inesorabile a un’aria piatta. Non è così che colgo il segno. Solo quando il Caso mi riporta all’essenze che ti erano ... freschi spruzzi accadono immacolati. Scintille da visceri m’attraversano, pelle ricongiungendo a pelle … e credo in Te, papà.
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