L' epica della transizione della cellula in fatto compiuto,
sogno di essere umano, non ha regole di forma
o anatomie di pensiero
che non siano state tracciate su sabbia
da un poeta cieco, venuto al mondo cieco
perchè sordo al tuo richiamo, cieco
perchè muto alle parole t'amo
o da un dio prodigioso di conflitti
pur di esercitare il diritto
a confinare la bellezza oltre i cancelli del cielo
chiusi su di me
come i tuoi occhi tra le nuvole
stelle parlanti il genere di lingua
che non posso dimenticare
anche se non la parlo più da secoli nei secoli.
E' il desiderio che mi chiama in spirali di vento
che non vuol dire io ti possiedo
ma tu sei in me
ecco perchè non ti perdo
neanche quando mi abbandono a tutti quei perchè
che non mi fanno dormire
rendendomi più uomo di una notte
per volta, tutte le notti che la risposta sei tu
all' ombra delle ciglia e dietro le quinte
e tutte le volte ancora e tutte le volte mai più
a fare finta di farla finita
per lasciare all' orgoglio almeno l'ebbrezza
di un nuovo perdono strappato all' inconscio.
Perchè io non so chi sono
se non sei tu a dirmelo,
solo poiesi d' ipotesi fino al mattino.
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