Sono file d’anime in vigilia
coniugate accanto all’uva,
un fremito d’api
al succo maturo
che indugia e sussulta
nel cuore allagato
Così prossimi noi a quel nome,
il più dolce dell’anno,
nella cala nascosta dei secchi
pronti all'aurora, affondiamo,
con lo spasmo sublime dei piedi,
nel piccolo foro del chicco,
ebbri cerchi di luce,
le nostre dita d’oro
i loro re
-nella ghianda lucente c’è movimento
un movimento caldo, l'inizio di una forma
riconduce lo splendore nella cripta,
il succo del sublime, di quando eri con me
soltanto una coscienza,
un vento vivo e forte nel faggeto,
un terzo cielo confuso per natura-
Con l’ultimo sapore del sole
nell'ultima riserva di respiro
faremo vendemmia con l'anima
nel denso del vino
ora posano le luci, sull’acqua,
sull’altare dei pesci lucenti
e tra le viti sale una festa
dai nostri volti, dove rinasce
la grazia, di un'antica bellezza.
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