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Tremila passi per raggiungerti
solo per vivere
il tuo corpo, la sua forma sull'indole.
Ore perfette di senso, liquori e aliti
scambiati all'ombra di un tempo clandestino
col cuore che pulsa alle labbra promesse
segrete di seta rossa o fiori bianchi.
Il mio rosario canta la nostalgia di te. Ecco,
vengo a consumare la tua bocca
ornamento dell'alba, a smarrirmi nei tuoi solchi di conchiglia
specchio lustrato della mia meraviglia
ordita da voci antiche, fiati di viola.
Già splendono tre lanterne
nei miei occhi senza volere.
E tu, brezza di mezzanotte, acquieta il sangue
testardo di brama alle soglie di venere
inseguendo i suoi sorrisi di neve,
le spire del vento tra i seni in un gioco di luna
magistralmente condotto alle colonne del tempio
ora, per servire il mistero glorioso del rito eterno.
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