Pubblicato il 20/09/2014 01:31:16
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Ricordo nitido d'ultimo sogno: intorno ad Angkor ti vidi rossa sapiente di sangue vergine gitana pura e incasta nelle stanze chiuse. E tuniche stracciate, sognai tremando presso l'equinozio d'autunno.
Tracce scarlatte sull'oro.
Ore vermiglie sull'orlo dell'abisso tra le labbra di conchiglia, tua meraviglia, mio senso in doppia schiera di fiati intonati.
Tra gli anemoni e frammenti di cielo urlerò il Tuo nome per sussultarmi il cuore turbato da questa mezzaluna di piombo e anellando il silenzio intorno al mio anulare pallido.
Ora sulla chioma di un ulivo giovane ti riconosco mia grande ventura incessante nel bricco di latte e biscotti: antico rito fanciullo per ritrovare il mare. Morirò sul vasto specchio del tuo cuore o tra i tuoi seni in attesa e nel mentre, scrivo.
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