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Sottovento

di Paolo Mazzocchini
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Pubblicato il 10/09/2014 23:02:19

Nei giorni di libeccio in via

Lumumba passeggio, spettatore

intatto dal vento, rasente al muro

a secco che sorregge un vallo

compatto di case rosa e giallo

impallidito, finestrelle occhiute

e sghembe, intonaco graffito

di muffe e di varici esplose

a fior di vernice. Percorro un terrapieno

d’aria lucida e calma, balcone

sul pianoro che sfuma nella rada.

L’ombra mia mi segue in piatta

quiete, sagoma netta che avanzando

appena si frastaglia in cima, fra ciuffi

d’erba e il guardrail al ciglio della strada.

In alto il vento è un fiume in piena,

sfarina nuvole, involve nel suo lagno

felino lame nere di rondini, cartoni

e foglie, tortura fronde sulle nuche

degli alberi come trecce d’alghe

l’ira della corrente. Dalle grondaie

tracima scivolando oltre la nicchia

di cristallo qui, che mi consacra, saldo

sul piedistallo di un portone. Vaso

colmo dell’hybris d’una effimera

grazia osservo nel vortice disfatto

le ceneri indignate di un mondo

da me altro stridule lontanare

precipitando

nell’ombelico del mare.


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