i - Il tocco
^
Il Signore
mi ritrovò,
solo, sull'orlo
della mia fede,
ancora una volta,
triste e solo.
" Signore, guariscimi.
Tocca la mia mestizia
e sanami nel tuo cielo."
Ecco che viene. Ecco che viene
nel luogo del benvenuto,
lieve, dondolando le mie stelle
con mano fatata.
*
ii - Della diminuzione
^
Dove sei stato, mio Signore?
Ti ho cercato nel consueto
ritrovo, altrove e nell'anima mia,
dove dimoravi.
Ho scoperto sgomento,
il tuo vasto andar via
poi appresso scrutando,
rinvenirti smarrito,
mi ricolma di te.
*
iii - Dell'accrescimento
^
Il Signore
incurante, mi segue
attentamente. Costante.
Tempo trascorre
ed io,
perdo terreno.
*
iiii - La coppa
^
Quale ricolmo calice
offrirò al mio Signore,
quando Egli chiederà?
Gli porgerò la coppa
del mio cuore incisa
dal dolore, dall'amore,
dal colore delle età;
la mia timidezza,
un'insana follia:
la brama per la libertà.
*
v. Scaglia!
^
Il signore del mio Signore ordinò:
scaglia!
Il sasso rimosse le acque
stimate chiare affiorando
mela di melma e melma.
Alligatori sacri e serpi del principio
infangarono il fiore che s`addolcisce
al nettare del suo desiderio. Nel centro,
le tre forme del tempo divergono:
oggi non fu già ieri e sarà mai
domani mentre decanta e traspare,
mota sedimentata, l`acqua più chiara.
Ora il mio amore brilla
come fiamma costante
nel luogo senza vento.
*
vi - Dell'ovvio
^
"Nelle tendenze candide,
mio amato, perfette
come tribolazioni,
io mi deliro a te,
tu mi stupisci:
è ovvio.
Perdona signore il mio
modo moderno e resta
fino al mio fondo
Tu assemblami e addensami,
calibra leggerezza
e greve, poi tarami
e marcami
col tuo sigillo chiaro,
oscuro per mistero.
Amato mio, ricreami
e che sia tua la forma.
Perdona signore il mio
modo moderno e resta
fino al mio fondo."
*
vii - Principessa
^
Se avessi avuto tempo per Te,
di più avrei donato
alla amata tua Principessa.
Dove sei, mia principessa
remota, futura
Regina? Nella mia nebbia
risalti intessuta
di Essere e Vita: sei qui!
Il mio Signore conceda tempo
per contemplarti ancora,
levandolo a se stesso.
>
viii - Ovvietà
^
Signore, m'hai confuso.
M'hai confuso di nuovo,
nell'arpeggio delle voci,
nelle corde o nelle nebbie
dell'alba azzurrina.
Io supplico:
quando non so capire,
dèsolami, Signore
ma non confondermi.
Nell'aspetto femminile
e nello, ancora nello,
anello congiunto promesso
da occhi donna ed annidati
al seno, il nesso
del flusso glissando,
Signore,
dal carosello celeste
delle parole alle porte,
al presente smarrito,
m'hai confuso, Signore!
M'hai confuso.
*
viii - Preghiera
^
Il Signore
mi santifica talora
alla sua cura
e crede di me
nobili cose ma io,
posso sbagliare,
Lo prego di volermi
così come sono -
*
x - Vernacolare
^
Parlo cu 'o Pataterno,
ognittanto m' n'addono.
'Nce dico cose mije,
sciaure, vulje. Je crere
ca me sente, sente e capisce;
se ferma 'o tiempo
e 'o munno quanno
'nce parlo sulo
e se 'nce dico overo,
Isso me sente,
sente e capisce
e tutto fernesce.
***
Fotografia di
Henry Wang
^
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Antonio Ciavolino, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.