Pubblicato il 21/03/2015 19:52:44
Guardo attraverso l’intercapedine della mia vita, la sbircio, un colpo d’occhio e sfuggo, poi riapro gli occhi…ci sono pagine sparse, righe sui fogli, i riassunti che non ho scritto… un panta rei si porta via il sogno ,il sarò, come se fosse maceria ma invece è ancora tutto intatto, ed era li per me ed io ottusa e pigra…allora il fiume esisteva davvero? non era solo sterile retorica…qualcuno poteva anche dirmelo che era tutto vero!
e mi ritrovo li immobile e fissa, in un marmoreo infinito momento,sento l’acqua alla gola.
Come quando ti fermi all’improvviso nel mezzo di una via caotica, tutti continuano il passo frenetico ma tu sei uscito ormai da quell’equilibrio convulso, riafferri la coscienza di te stesso e riparti, faticosamente, in quel meccanico scorrere.
L’implosione interiore è inaspettata e assordante e lascia inalterata solo la pelle…
l’essenza è vibrante, fervida ma non prende forma e non confluisce, la bramosia è molta ma il corpo è bloccato, come sarà appagata questa sete?
È a questo punto, quando la logica consiglierebbe la ricerca dell’avvenire ritrovato, che inizia la mia ricerca del tempo perduto…
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