Guido Brunetti
Saggezza, interiorità e cura dei disturbi psichiatrici
Introduzione
Preliminarmente, dobbiamo precisare che la saggezza è differente dalla sapienza, e che il suo significato varia in base alle teorie. Si tratta di un percorso di introspezione, analisi e autoanalisi, e conoscenza, sempre legato al senso di umanità, una qualità che si nutre di ragione e intelligenza, moderazione ed equilibrio.
Concetto di saggezza
La saggezza è distinta dalla sapienza, che è il possesso di conoscenza, un sapere acquisito con lo studio e l'esperienza. Nella Bibbia, la sapienza è considerata "un'emanazione della potenza di Dio", che risiede negli uomini "non abituati al male". Saggio può essere anche chi possiede limitate conoscenza e il sapiente può anche non essere saggio.
La saggezza ha una dimensione etica, è l'arte di "condursi" nella vita- afferma il grande psichiatra Eugenio Borgna nel suo nuovo libro "Saggezza" (il Mulino)- per conseguire quello che ci si prefigge come ideale morale. L'istanza etica è alla base della conoscenza di noi stessi e degli altri. E' poi un elemento importante nella cura dei disturbi psichiatrici.
Il concetto di saggezza varia in base alle teorie filosofiche. E' apatia e tranquillità dell'animo per gli stoici; atarassia per l'epicureismo; coraggio per Orazio; amore per il cristianesimo; entità etica per Kant, presenza di Dio per Kierkegaard; umiltà per Eliot.
Nella cura della sofferenza
Certamente, non è facile conoscersi, né conoscere gli altri, soprattutto chi soffre o è ammalato. Anzitutto, occorre scegliere le parole giuste, quelle che non feriscono, ma che fanno del bene. Il rischio è quello di usare comportamenti e parole che "generano" ferite, le quali non si "cicatrizzano più".
In psichiatria, i farmaci- precisa Borgna- non bastano. A venirci incontro è proprio la saggezza attraverso l'umanità, la gentilezza e la capacità di trovare le parole che "curano". E' la saggezza, questa "fragile e impalpabile somma di ragione e intelligenza, di intuizione e immaginazione, moderazione e mediazione" a scoprire le parole che "salvano" e abbattono le barriere del mal di vivere.
La saggezza come conoscenza di se stessi e degli altri
Valgono dunque le parole che si dicono, ma anche il modo in cui si dicono e il tono della voce. Ci sono voci gentili e voci sgarbate, voci rispettose, sommesse, educate e voci "gridate". aggressive e rozze.
Nella cura dei disturbi psichiatrici, è necessario anche "ascoltare" le parole dei pazienti, quello che le parole dicono e non possono dire. Dobbiamo interpretare e ascoltare il "silenzio" del paziente, quel silenzio che ha in sé "un valore terapeutico", poiché il silenzio esprime infiniti orizzonti di senso: si manifesta e si nasconde, compare e scompare, si avvicina e si allontana, affascina e atterrisce.
La saggezza è anche prestare attenzione nei rapporti con se stessi e gli altri. E' la capacità di rientrare nel proprio io e distaccarsi da sé, cercando di moderare le emozioni, le quali rivestono un ruolo importante nella vita ferita dalla sofferenza e dalla malattia. Sono rivelatrici del senso e del destino dell'uomo. Fanno parte della sofferenza psichica, rivelando inquietudine e tristezza, angoscia e depressione, deliri e allucinazioni. Siamo chiamati insomma a "decifrare" cosa si nasconde nelle emozioni dei pazienti.
Il linguaggio degli occhi
In questo percorso di analisi, si rivela essenziale anche il linguaggio degli occhi, dei volti, degli sguardi, del sorriso e delle lacrime. E' il linguaggio del dolore, della tristezza e dell'angoscia. Gli occhi sono l'espressione della dimensione più profonda delle persone, perché consentono- precisa Borgna- di "scendere" negli abissi della nostra interiorità, là dove, come dice sant' Agostino abita la verità (In interiore homine habitat veritas).
Conoscenza delle terre incognite della ragione, delle emozioni, sentimenti, passioni. Dialogo con la nostra interiorità. Alla fine, possiamo scoprire che la saggezza è virtù, una qualità che determina ciò che è bene e ciò che è male. E' condotta di vita razionale che apre orizzonti di senso "sconfinati".
L'etica della saggezza
La questone della saggezza, in verità, può essere considerata, come concorda anche Schopenhauer, l'arte di vivere in modo piacevole e felice, orientando la propria vita secondo criteri di moderazione, adattando cioè il proprio comportamento alle esigenze, alle attese e alle speranze delle persone che la vita ci fa incontrare. E' l'etica della saggezza, che consiste nella disposizione a scegliere il bene e a evitare il male. In questo senso, essa ha una finzione "maieutica" di ascolto, di attenzione e di analisi degli stati d'animo, delle emozioni e del malessere esistenziale.
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