Guido Brunetti
Riflessioni sulla condizione umana
Nel caotico divenire del mondo, si viene sempre più rafforzando l'idea, convalidata dalle brillanti e straordinarie scoperte delle neuroscienze, di una natura egoistica dell'uomo e dunque di una società fondata su meccanismi individualistici.
La post-modernità con le sue trasformazioni porta non alla liberazione, ma all' alienazione dell'individuo, danneggiando quell' umanità etica, che da sempre ha sorretto la nostra civiltà occidentale. Certezze, principi e valori si sono sciolti, liquefatti. Sono scomparsi l'anima, Dio e la dimensione del sacro e del trascendente. C'è solo l'utopia del presente. Un progressivo impoverimento umano, culturale e morale. Un futuro privo di prospettive. Con i giovani che vivono in una condizione di marginalità e l'emergere di sottoculture malevoli e violente dei social.
Un malessere in crescita. Che sta conducendo a una società ansiosa e insicura, stressata e impaurita, incapace di realizzare la sua grammatica emancipatrice. C'è un nuovo modello di pensiero, rompere con il passato (J.F. Lyotard).
Stiamo attraversando una crisi antropologica caratterizzata da legami affettivi, emotivi e sociali inconsistenti che favoriscono l'affiorare di un'atmosfera di insicurezza e dunque, come concorda P. Mishira, di paura. Appaiono il senso di una grande solitudine e come diceva Leopardi la tragicità della condizione umana. L'immagine che la società ci offre è quella di una visione amara e dolente.
Lo spirito del tempo volge verso una crisi che coinvolge un insieme di sistemi, come la civiltà occidentale, la Chiesa, la religione. La civiltà sta crollando, per P. Bruckner, perché il sapere è diventato il " nuovo nemico". Si esaltano gli incompetenti e l'incompetenza e dunque l' ignoranza. La cultura è un disvalore. L'ignoranza è una virtù. Oggi, un uomo politico piace nonostante non sappia il congiuntivo, meglio, proprio perché non sa il congiuntivo. Manca la cultura, ma mancano la forza morale e un Io ideale. Sta di fatto che la cultura, come sosteneva Cechov, rappresenta una vittoria dell'umanità e della civiltà, poiché la sua più alta e sacra missione è di "servire" e promuovere "l'essere umano".
Come? Recenti scoperte neuroscientifiche ci offrono l'immagine di una persona umana dotata non solo di comportamenti brutali, ma anche di empatia. L' avvento di un'età dell' empatia potrebbe realizzare una società più solidale, riscoprendo quei valori quali creatività, pietà, altruismo e sacrificio, che sono stati, come conferma Faulkner, la gloria del passato dell'uomo.
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