Un minareto che perfora il cielo
basta un niente che ti trovi nella gioia
poche briciole di un seme di quinoa
in mezzo all'erba e ai fiori, lentamente,
un sopracciglio chiaro, il quarto di una noce
che diviene azzurro mentre canti
le lettere intorno ad un giardino,
dove puoi sentire anche una tigre
tossire accanto a noi - Amina
Che cosa stai cantando? -
Mi sto spostando verso te
tra lunghe spine bianche e fiori gialli.
C’è un segreto irriverente senza tempo
se muovi sulla terra la tua bocca
trovi il foro dove i nostri cari son tornati
dentro, seduti nello stesso posto remotissimo
delle nostre connessioni umane
in un soffio risuonano le strade,
in un suffragio rifiorisce il mondo visto
nella nostra mano più di ciò che è,
per condurre, tra la pietra e il rosso, noi,
nella parabola che ritorna e gioca
- ed ora cosa canti ? sto venendo a casa nostra,
che vive a pochi suoni di distanza,
lungo distici di versi. Come uccelli
ci passiamo di mano in mano l’armonia,
se t'incammini, lungo piste d'asini selvatici,
spargiamo voci sulla gioia, ed è una mappa
tramandata da canzoni
catene di montagne e fiumi. No..
non avremo oggetti da scambiare,
il canto come bene, si baratta,
al tempo di suonare il nostro pezzo
dall’inizio, lungo i pozzi. Sul gran posto
c’è un canale buio sotterraneo
che sbuca in cima tra le acque rosa,
è un fiato caldo di midolli
e quasi non ti accorgi
che le montagne son di nuovo le montagne
e sei nel foro delle lacrime del mare
con la dolcezza più grande sulle spalle
di esser foce e la sorgente insieme
ci scambiamo gioia per scintille
al punto d’incontro d’altri canti
le nostre ossa sono vasi d’oro
guidati da lontane vicinanze,
abbiamo il cuore di una lepre dentro gli occhi
un viso verde, tra le ginocchia coronate,
come un bozzolo: è quel canto,
dentro la sua foglia, srotolato
avremo cura del germoglio
dell’onda ininterrotta di smeraldo
che ci tiene insieme per canzoni
scambiando gioia, accanto ai pozzi
Accanto ai pozzi- mi deve avere ripetuto
le stesse parole dentro il sogno,
perchè furono le prime
a venirmi nella bocca
quando mi svegliai. Bagnata
nel liquido ancestrale
come avessi scambiato tutto il mondo
annidato nel palmo di una mano.
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