Le proprietà armoniche in Ozu
di Anna Laura Longo
L’Istituto Giapponese di Cultura di Roma ha portato in questi giorni a conclusione la rassegna intitolata Vi racconto Ozu, dedicata al cineasta giapponese di cui ricorre il 12 dicembre l’anniversario univoco della nascita e della morte. Pur essendo sospesa l’apertura al pubblico dell’Istituto stesso, i film sono risultati disponibili in digitale, in versione originale con sottotitoli in italiano o inglese.
Le proprietà armoniche presenti nelle pellicole di Yasujirō Ozu – collocabili tra gli anni ’30 e ’60 - continuano a condurci flessibilmente tra derive e incubazioni temporali, all’interno delle quali si disciolgono in forme molteplici le vite e i contatti esistenziali. Tutto avviene nel segno del mutamento. Tra passaggi e maturazioni più o meno significative ogni accadimento, seppur flebile, diviene uno squarcio carico di rilievo, in grado di stagliarsi dinanzi alla vista dell’osservatore, senza tracce di stravolgimento.
Nei confini di una concezione geometrica ammaliatrice si riversa un alone di pacata intensità. Quasi una mobilitazione poetica prende corpo e lascia spazio alla circolarità delle esperienze, avvolte da tracce di vaghezza o sospensione, o ancora plasmate dai risvolti temporali che si annodano tra forme di scorrimento o di apparente fissità. Il senso del divenire inquadra dunque posture umane differenziate, che perseguono o disattendono a volte i desideri e le aspettative più o meno recondite. Resistenza e arrendevolezza, dissolvimento o inseguimento delle speranze, coraggio o parvenza di libertà sono solo alcuni degli indizi rintracciabili e afferrabili nelle trame che variamente si dispiegano.
Lo sguardo resta in generale avvinto nei margini di una diramazione di gesti e sguardi, dialoghi e interazioni, dove gli ambienti, esterni e interni, connotati con sobrietà sapiente, divengono veri e propri luoghi sinergici, incunaboli di trasformazioni autentiche.
L’invito è certamente quello di tornare a scoprire ed approfondire le evoluzioni stilistiche riscontrabili in alcuni titoli salienti come Tarda primavera, Una gallina nel vento, Viaggio a Tokyo e molti altri, per situarsi e dare sostanza ad una calda e al contempo austera visione, presumibilmente rigenerante.
Roma - 28 novembre 2020
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