fiumi nelle mie mani come ferite lungo tendaggi screziati
fiumi che urlano come pazzi sfuggiti dalle rotondità
oltretombali di donne misteriose
fiumi di sfere di cristallo e mercurio
che li senti presto alzarsi cedevoli nell’ubriachezza
della sera
fissarsi nello specchio del bagno simili a delle travi
sulle quali ballano gatti festaioli
fiumi come gengive sanguinanti al di là della penna
che lavano i tuoi piedi dopo il peccato;
nessuna azione lodevole dunque nessun
prestigio. forse al mondo non importa che tu
sia lì a mettere in fila parole
o frutta fresca per far pratica
con un revolver…
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