Un viaggio notturno e un lampo
improvviso, più della luce
sul comodino lieve e sempre accesa,
ha illuminato il telaio, liberando la trama
dei fili, rubando alla materia la scintilla
di una luce, in fondo alla schiena,
un linga splendente. E' quasi un altare
in acque terribili
che penetra e ruota l’intero universo
e noi, travestiti di rame, acqua divina
è l’unione dell’ombra con la sua identità,
tra la maschera in volto e l’immagine
sono nozze dell’anima, sul grande letto
all’entrata di casa, l’apertura del corpo
verso lo spazio, una danza l’orgasmo
nell’unità. Com’è la natura a se stessa,
quando mescola le proprie membra,
divenendo leggera, nel ritorno all’essenza,
più leggera di se stessa
trasformando gli occhi
alla culminazione del sole,
al limite di quell’altro mondo,
accanto,
è quella donna che fa il vino sposa
di tutto ciò che esiste nella coppa d’immortale.
Nel perenne punto di partenza
di ogni creazione,
l’universo sogna in noi, disposto,
per esser vivo, a vivere
come una sfera. La coppia è dentro noi,
al crescere dei seni,
leggera come un’anima
ogni coppia è un angelo, e ti chiama.
Così ho visto l’ombra, accanto,
la mia ombra insopportabile per poco.
Siamo state a lungo insieme dentro il fiume
guidate da una voce, la più ampia
tra il divino e l’animale, incomunicabile,
smuovendo acque melmose
per toccare il cielo e l’uomo
nascosto dentro il cuore con la donna
nel mondo delle Madri, fino a Sophia,
dove l’amore si denuda
tutt’uno con la conoscenza
ora puoi venire, nel volto aperto,
nel sorriso chiaro di tanti anni fa,
di cerchio in cerchio nella coppa
puoi propagarti come in sogno.
Io ti veglierò, come una fiamma.
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