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Più minuscolo di un grano

di Amina Narimi
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Pubblicato il 14/08/2014 23:01:53

 

 

La particolare  intonazione della voce 

mi spinse  in mezzo al Campo 

a girarmi verso un uomo, chino
sui bambini..l'espressione quieta dello sguardo,
con gli occhi d'acqua chiara
pesanti come perle. sentì  arrivare me,
dentro le sue mani, diventare lui,
quei bambini e le carezze, insieme
sollevò lo sguardo, ormai vicino:
"sei entrata come un uragano- disse-
fai più piano quando vai negli altri
respira adagio, a far l'amore
più minuscolo di un grano"
...
lo sentii venire dentro
con la dolcezza di un amante
inconosciuto, mentre io danzavo
nella sua mente, camminava in me,
come una pioggia, lieve,
trovando gli alberi e i caprioli in cima
mia madre invisibile e se stesso
 
entrammo insieme dopo
nei bambini
cominciando a cantare per Bagdad
 
" hai una quercia speciale ragazza ed io
troverò  il mio albero così ci parleremo
attraverso le radici da lontano 
con innocenza ed esperienza insieme
nel luogo dove potremo  continuare
ad unire con la carne il cuore per le vene
baceremo la gioia quando passa
con gli uccelli nei polmoni di ogni tendine,
per raggiungerci, per sfamare noi"
 
[ come figli e figlie che si sposano tra loro
come stelle penetrate ai fianchi 
 
siamo entrati  nel nostro petto camminando
in cieli e terre, scorgendo il fuori 
tutto dentro, portando il nostro cielo
la nostra terra,  da qualche parte 
nel profondo, offrendo un pane per radice 
a chi si era nutrito soltanto di se stesso ] 
 
Nel buco fondo che è rimasto a terra,  
dove la quercia poggiava le sue gambe,
sotto i piedi  le cose sono altrove
strato dopo strato, fino a te,
il luogo dove unirsi nei vagiti, il sesso aperto
dalla nascita, alla resa del respiro
 
La voce è udita fino in fondo
alla felicità improvvisa
-innata- come un passo ingovernabile
squarcia il costato finchè ne esca
un sacramento di pace
e si muovono le dita ripiegate per il suono
e il corpo il gioco e le parole in tondo
girano per il loro esistere alla luce
fino a stordirsi di un sorriso solo 
sapendo che stai bene ovunque
un'erba cresce. Tra i seni sempre nuovi
di respiro, da ovunque tu sei qui,
più minuscolo di un grano. 
 

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