Pubblicato il 17/09/2009 19:10:32
Dovrei cederle il passo e invece sempre arranco, quando appare, vestita di nero, tra gli strali solari al mio fianco. Scompare con il sole a picco, per riapparire nel silenzio di una notte rischiarata dalla luna. A fare i conti coi miei molti debiti e a reclamare il resto dei disavanzi, è più solerte di un contabile. Ma è nelle pieghe di una coscienza debole e codarda che si insinua un sentimento forte che attanaglia. Se fosse davanti a me un sentiero, per quanto lungo e rettilineo, pietre miliari a distanze scandite svelerebbero i percorsi residui. E se una ripida salita si stagliasse in fondo, con un traguardo a definirne la prospettiva, non avrei paura, ché l’equazione allora perderebbe una fondamentale incognita e il libero arbitrio un opprimente vincolo. E salderei con lei che insegue le mie orme un lungo conto di errori ed omissioni, misurati col metronomo di precisione di un musicista ossessionato dagli accordi.
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