Pubblicato il 09/08/2014 00:11:21
Con un soffio violento una vertigine a Ravenna scesa al suolo per nutrirsi nella colonna vertebrale riparte in volo -non tocca un pensiero- via dalle mani, dai piedi trasformando la realtà nel sogno spalancando gli occhi per fissare orizzontale la luce che cancella i confini delle cose illuminate Una pelle esposta. A quanta luce? Abbastanza cielo. Impregnarsi ? Oh..Fino all'allucinazione! E poi ? Ai piedi del muro vivere, semplicemente [ senza morire] del volo degli uccelli che l'hanno attraversato nella schiena mostrando il cuore investito della stessa aria dalla luce in cui il corpo si solleva libero dell'indicibile respiro che non finisce il muro di riflettere diverso come un cielo in ombre c[i]elando ciò che s'offre alla nostra contemplazione. fantasmi dell'uomo .. lasciati nel buio notturno degli animali? Sul muro è la culla del graffio, lo schizzo, e l'orgasmo la prateria stessa, e noi più lontano- con gli occhi nel volo- di un uomo nello spazio. Per l'infinito andare di queste onde, che frusciano col mare come un bosco con le foglie, mi vola via dal petto il muro.. Sei tu!
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