Stazioni per Virginia
At Angel Station un vento
selvaggiamente soffia,
trascina gli Angeli e gli autobus rossi
verso il cielo grigio fumo…
Fiumi di tempo scorrono
nel mio quaderno segreto
come nei Virginia’s lost gardens
(l’erba si è fatta più gialla, più antica, come i profumi dei fiori
e le voci degli uccelli)
Fiumi e fiumi di macchine
Concerti di rumori....
Chissà se tali rumori influenzeranno
La lingua degli uccelli?
Il pellegrinaggio degli abitanti
fantastici dei tuoi romanzi
Non ha fine.
Io sono qui
guardando con i miei occhi i tuoi luoghi
ascoltando voci
Seguendo brezze ….
L’aria è piena di odori
confusi con l’odore della pioggia
All’angolo di Bloomsbury’s
Rachel
nel suo vestito più bello
distribuisce volantini
con storie d’amore mai scritte.
Provare l’ebbrezza degli angeli nel volo
andare sempre più in alto, dove si vede
La bruma incendiata dal sole…
Tu eri così sola.
(Missis Dalloway sale nel cielo col
vestito gonfio di vento, un ombrello aperto nella mano destra, l’altra alzata
a reggersi il cappellino…)
Chi reggerà il peso delle voci
che affollano il tuo silenzio?
Come quelle di un angelo improvvido
le tue ali si sono rotte in volo.
(La città non si acquieta)
Nel rombare del fiume
Si nasconde il segreto.
Tre pietre.
Nelle tasche di una giacca grigia.
Nel mattino di un giorno grigio.
In quale fiume ti sei nascosta?
L’acqua ti separa da te stessa.
A Time Square, stamattina
ogni orologio segna la propria ora, come è giusto,
ed una giovane donna, invisibile, disegna
una spirale di sabbia nel vento.
Ho pianto come un salice, e le mie lacrime
Si sono perse nell’acqua del Serpentine.
e poi
abbiamo riso a dirotto, con un bambino
folletto, incontrato per caso
nella piazza del Tempo.
Ci sarà un luogo
Per tutte le parole?
forse, Virginia, tu hai scelto
il fiume, perché l’acqua
risuona come il mormorio
di voci amate e lontane
dietro porte sbarrate
Che non potevi aprire.
Come il brusio i sussurri
i gridi le risate
di sconosciuti passanti
lungo Oxford Upper Street.
Forse anche tu ti sei chiesta
il perché di tante parole - il destino
dei fiumi di parole sgorgate dalle labbra
e dalle dita – un destino troppo breve a confronto
della capacità di trasformazione della materia, della minima permanenza
della materia in uno stesso stato.*
Che ne sarà delle parole – condividono
Lo stato di materia solo perché parole, o solo
Per ciò che le rende visibili – la carta, un po’ d’inchiostro…
diventeranno un giorno
che cosa?
Regent’s. Un altro fiumiciattolo
Nel silenzio dell’erba.
Un’anatra detta legge
Alla comunità della sua specie.
Nostalgia sottile di nulla
In questa giornata che minaccia pioggia (qui è tutto ciò che amo)
aironi cinerini
e nessun desiderio di casa.
Perdersi nella pioggia.
Parole, lacrime, pioggia.
Fiumi inseguono fiumi che inseguono fiumi
di acque, di suoni, di cose.
Gorgoglii, chiacchiericci, fragori.
ruscelli, passanti, motori
Mormorii e sussurri e gridi
E sgorgare di acque e parole
e suoni traboccanti dal mondo
come latte che bolle
(il profumo del pane tostato, al mattino,
sotto il cielo grigio fumo…)
Mildenhall road, la sera.
E’ silente ed asciutta.
Niente più acqua nei rigagnoli
ai lati delle strade, e neppure
sulla cupola di pietra della chiesa di St Mary.
Siedo sul muretto di cinta
Accanto a un cespuglio di rose.
Il sole ed il vento hanno tutto asciugato.
Lacrime, pioggia, brina.
E sulle rose serali aleggia un profumo
che è l’essenza di tutte
le rose del tempo, di tutte le rose di cui
abbiamo sentito il profumo,
Virginia ed io, ognuna
Accanto a cespugli diversi.
E Virginia anche lei respira
questo stesso profumo e sorride.
Londra, Luglio 2005
* infatti qualcosa nel movimento continuo delle stelle esplode un mattino gli uomini nel loro continuo errare ne ripropongono il moto perenne la distruzione del cosmo per un nuovo più potente caos ed allora scrivere delle parole – creare mondi – e d’un tratto tutto è lacerato non più silenzioso, morto e le parole inutile cenere dei giorni si posano su macerie inerti
Ma Virginia non vede tutto questo, ha raccolto tre pietre tanto tempo fa sotto un cielo smokey orange e si è stesa nelle fresche pieghe del fiume è lì che ne ascolta la voce
À jamais
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