Grazie a voi
sono salita così da mio padre
come ci si sposa,
attraverso un mistero
che ha reso reale l’odore
di ieri-
dietro di me c’era qualcosa, qualcuno
che potevo toccare, davanti quel sogno
del patio, le mani e il suo viso
silenzioso come le stelle in alto col mento-
di gioia indubitabile. Con un sorriso chiaro
nel palpito leggero del "perché ?"
mi sono velata di bianco,
come un tacere ad alta voce le nozze
e uno sguardo divino esaudito nel cuore
del pranzo. E’ stato il primo gesto-
in cui ancora vivo - risorgendo-
davanti alla finestra
finchè gli occhi non mi faranno male
per l’assenza impercettibile ai contorni
segreto fino a me- nell'ultima parola:
" Sì. Mamma si è addormentata dolcemente,
come in sogno..Ecco perché, rimane".
E’ seguito un lungo viaggio nel silenzio,
un tempo magico al ricordo, il nostro,
fino a quando Papa Francesco se l’è portato via
ritraendosi da messa. Come un’ondata ha detto:
"Claudia..è così semplice amare questo Papa
è un polline naturale…" -facendomi rivivere
di essere venuta al mondo – ha sospirato poi,
con gli occhi del bambino più antico sulla terra
" Quando prego è a Papa Wojtyla che mi rivolgo,
sai…lo chiamo sempre papà
nelle preghiere , io lo chiamo papà…"
Come un segno d’acqua in chiesa
le sue parole
stavano sospese nella luce
di chi non ha conosciuto un padre.
Al fondo dello sguardo,
riflessa nella sue pupille, è divenuto un’ostia
il pane di ieri nella bocca. -Non sai babbo
della tua bellezza, come è andata
verso l’interno oggi, la nudità
del tuo segreto, in ogni luogo polline,
per quanto sussurrata.
Danza nel vuoto della casa, ora
insieme a me, stupenda madre,
dall’altra parte della vita,
con battiti profondi e nuovi
si è chinata, si è congiunta a noi,
come una sposa, papà,
la gioia.
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