Guido Brunetti
Ancora su Dio
Anche su sollecitazione di alcuni lettori, ritorniamo sull' ipotesi Dio. La sua esistenza è una sfida alla scienza. Rappresenta, insieme con l'anima, la mente e l'origine dell'universo, l'ultimo baluardo di un mistero.
Dio è un problema che resta al di là della scienza. Va oltre l'analisi, la comprensione e la spiegazione della scienza.
La scienza, attraverso Dawkins, Krauss, Harris ed altri, nega l'esistenza di Dio. Dicono che Dio non esiste.
Riteniamo che gli argomenti discussi da questi "neoatei", d'accordo con altri autorevoli studiosi, non costituiscono alcuna validità scientifica. Non sono scienza, ma argomenti tendenziosi, superati e non sostenuti dalla forza dell'evidenza scientifica. Sono diretti a "screditare" la dimensione del trascendente e del sacro.
Dio non è osservabile scientificamente, non può quindi essere indagato dalla scienza. La quale, per definizione, è "obiettiva", si basa sul principio rigoroso di verifica, attraverso l'uso di metodi sperimentali.
L'ipotesi Dio non può essere pertanto provato secondo il procedimento scientifico.
La scienza non è atea né teista, poiché deve attenersi ai metodi naturalistici. Essa non può negare o affermare l'esistenza di Dio, dell'anima, della mente o del soprannaturale.
E' indimostrabile scientificamente.
Dio trascende la nostra capacità di comprensione, resta al di là della riprova empirica.
Sta di fatto che nell'essere umano c'è una tendenza innata, biologica a sostenere l'idea di Dio. Freud, che era una persona non religiosa, ammetteva che nella natura umana è "insito un profondo istinto" che ci spinge alla ricerca del trascendente e del significato dell'esistenza. E quanto sosteneva anche il filosofo Wittgenstein quando scriveva che "credere in Dio vuol dire vedere che la vita ha un senso".
Si incontra Dio- scrive il filosofo Gabriel Marcel- "sullo stesso piano dell'altro, il piano del tu, con una partecipazione all'Essere vero".
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