Lascia le nuvole a piangere pozzanghere
schizzare di nerofumo e neve
l’asfalto come fosse pepe/sale
( luce intermittente di neon
riflessa su macchie di gasolio
in notte desolata di bruma)
reclama le folli attese meravigliose
tutte le scatole ancora chiuse
i fiocchi intatti
pur se adesso non regge lo sguardo
nemmeno una luna fasulla
solo svincoli di nebbia
a risucchiare pensieri
e polvere dorata d'ali di farfalla.
Speralo che ancora fioriranno gelsomini
e salirà il profumo allo squarcio azzurro
portandosi appresso languori sopiti
di sogni mai sognati
o giungerà a lacerarti il dolore
sotto quel cielo di smalto
schiacciandoti il petto
forandoti il cuore
gli occhi sbarrati in sterile grido
a chieder perdono d’incolpevoli colpe.
Diventerò allora statua di neve
- ciglia imperlate di brina
ghiaccio nei capelli -
sola nel giardino di vetro
col vento a stordire
di polvere gelata
il sogno nascosto nel profondo
di spiagge rosate e tepide onde.
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