Questa notte mi ha promesso il cosmo
che l' avrei incontrata sui gradini di casa
da un corsetto viola sedotta e abbandonata
il lato oscuro della luna
bella presenza prima che l'alito divino
non la trasformi in un' altra cosa da se stessa
più vicina al sentiero che curva a destra
alla prima quercia che s'illumina di mattino
quando il sole attraversa il bosco nuovo
in un sol boccone o in mille molle di luce
per quante sono le foglie a desiderare di cambiar colore,
che non ad una resa dei conti, crisalide di impossibili futuri.
Nella mia macchina c'è il ciaracià
è la seconda volta che la senti quest'espressione
sempre pronunciata da me anche la prima volta che chiedesti spiegazioni
e pesavo quaranta chili di meno
ma va bene così, questa confusione mi rispecchia
ed è uno specchietto per le allodole, una tagliola senza denti
non avrete mica paura di come porto la macchina?
La distanza breve spesso non è garanzia
che l'addio non sia lungo e straziato da fazzoletti bianchi
dati in pasto al vento per poco più che un ricordo parallelo di binari
a macinare le distanze in un grumo di sangue
a saccheggiare la dispensa di ferite aperte
da rimarginare con calma all'ombra di un bel fiore.
Così la superstrada non indossa la maschera o il mantello
costumi dei suoi giorni migliori
vado piano per rispetto degli ospiti
ho rotto il lettore cd dello stereo
quel giorno che sono tornato ubriaco
dal concerto dei Ministri
con un pugno dispari sul mento dell'impianto
dormito in autogrill
allora ascoltiamo la radio ma è diverso
lo sterzo leggero nel sorpasso liscio
si disfa conversazione giusto nei pressi dell' arrivo
la mia mano destra sul cambio
è ancora un'inquadratura da film
desiderabile sarebbe non morire prima della fine del concerto
o di esprimere un concetto
a parole tue:
le cose lasciate a metà...
Da qualche parte nel retroscena si compone la sequenza
innescata da un moto a priorità codificate.
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