Respiro di balena il vasto cielo-
quasi tutto sapesse lo spazio in noi cos’è,
ogni cosa che accadde
lasciandosi andare nell’amata
maestosa forza nel grembo dell'oceano-
potessimo raccoglierlo, ancora misti al buio,
un solfeggio per sussurri e vibrazioni
nell'estasi oracolare, nel movimento
spargerlo di un vuoto interminabile
e ancora offrirlo agli alberi,
con il caldo delle mani, avvolti
nei nostri piccoli abiti, negli occhi di novizi ;
è solo al centro che vedi aprirsi in folla
gli altri centri di eterna pubertà
quasi comprendendo chi li culla,
nel sonno che addolcisce quel lamento,
una volta c’era il mare, lì,
tutt’uno col deserto
E se domandi dal centro della rosa
di aprire all'angelo le ali
adagio si alza in canto la fragranza
di favola e amicizia, ed è una gioia
in alto, con un crescere che pulsa
il suo nome nel tuo insieme,
la muta della carne in un respiro
che s’incurva, che penetra nel vivo,
fiorendo nello spazio uno per uno
la lucidità che schiude questo amore,
donando libertà dentro lo sguardo
senza dramma quando deve ripartire
dalla luce delle diverse apparizioni.
Senza dimensione, la luce, è l’infinito
e noi - in anticipo per sempre sulla carne,
che lenta si distende nelle radici del parlare
finchè verrà a tacere- dalla nascita,
se crediamo in lui, una sorgente
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