l'ascensore riprese il suo giro
con un lungo sospiro metallico
primo piano, secondo piano,
terzo piano, piano, piano
il bambino giocava con i bottoni
sotto la luce opaca. si era distesa
senza sporcare il cubo veloce
appariva più chiara, più scura
con drammatica confusione.
la fonte elettrica, come un tema,
una traccia scolastica da seguire,
ci richiese di muoverci
in una bracciata arrivammo
al pian terreno. il bambino
scappò via nel paesaggio di nulla
una tana irta di piccoli becchi.
lo presero le strette scalinate,
quasi infinito nella fuga.
poi senti pozzanghere di foglie crepitare
e un lontano verde assopito nel volto
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