Pubblicato il 19/06/2014 15:50:46
Fermati non c'è fretta quell'attimo deciduo che svogliatamente scorre, perché sancisce padre mio che d'ora in poi avrò un minuto più dell'età nella quale mi lasciasti. Rimani qui, non fuggire ancora da questi quieti momenti, quando il mio pugno bussa ancora una volta alla porta dei ricordi, ed apre quegli istanti dispersi nella mente, invaghiti dalle ombre frammentate di me. Apro quel cancello che cigola nel cuore, ed irrompe in quel silenzio nel soffio di una lacrima, che lieve fugge via, ed evadendo si trascina l’immagine sfocata, di quei riflessi di vita trascorsi di bambino. Così provo inutilmente a chiamare il tuo nome, nell'eco malinconico di chi è rimasto solo, in quel lungo cammino, per quegli impenetrabili sentieri in cui si cela il rischio di diventare grandi.
Andrea Palermo © (dedicata a mio padre) (Anno 2014)
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