Vorresti le cose fossero
della materia dei pensieri, ri(s)componibili
tasselli al capriccio di mani infantili
rena bagnata catturata negli stampi
di ambiziosi disegni, modellata dall’onda
dei tuoi desideri. Ahitè, la madre
loro ti resiste, roccia la sua carne
il cuore cristallo di diamante. E tu acqua
che ne sposa le forme, vento che s’umilia
piangendo tra le pieghe taglienti delle gole
montane. Quello che ne erodi
altri vedrà sabbia fine alla foce
dei secoli e polvere di sangue
tra grumi di pietra, quando la vita
tua, smemorata ormai
di se stessa, pulserà
avida di altrui vene.
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