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Narinzemi

di Amina Narimi
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Pubblicato il 13/06/2014 14:22:59

" Eia, mater, fons amóris,

me sentíre vim dolóris
fac, ut tecum lúgeam."
 
Nel  tuo racconto  sulla spiaggia,
aperta dalla luce
così  pura nel mio male
ho riconosciuto quella donna, 
e il resto intorno, dalle spezie 
tenute tra le mani,  dalle mille 
e una notte alle confessioni;
 
affondava nell'aria una scala di seta,  
su tutti gli aranceti che esplorano lo spazio,
tra le vesti  e la casa degli uccelli-
un canto solo e i violini due respiri
vicini all'elegia, di quelle notti estive
un momento di amicizia tra la veglia 
e il sogno  delle  rose, nel silenzio, 
su cui poggiare la testa. Con il filo
 
ti racconto del zaum, di quella  profezia,
con l'incanto della lingua piantata sulla  terra, 
dove l'avvenire non è avanti, ma ti avvolge
all'intorno che ci aspetta
 
ti lascio entrar dagli occhi  
come un lungo inverno e madre mia 
come sabbia sul mio fianco, benedetta 
in ogni angolo in ogni baia,
per brillare senza ostacoli - 
il mio fesh-fesh dentro la carne
 
la dolcezza del tremolio, 
è così forte al sole
che le arance scendono negli occhi e tu
mi sollevi con un'ombra, mi proteggi 
in una scia, come sotto ad una chioma 
che dissemina dal centro il suo calore
 
prima di ogni altro narinzemi ,
curando il taglio tenero del succo 
negli occhi dritti al fuoco,
con gli intervalli di bellezza dell'amore,
mutandoli in colore, 
spezzando la rincorsa alla neve eterna, 
nel giro più normale  della vita
 
Ho pregato in quella donna, l'adagiarsi in me
della sua voce, tra la riva e la coda di cavallo 
che portava, nascondendo  un fiume più profondo
del filo rosso in gola, di vaghissima bellezza
 aveva un dono per farti sentire sulla pelle
la fragilità dell'esistenza, e un patto con la vita,
un mistero che non riusciva  a interrogare:
migrare o morire: inseguì le mandrie di animali,
selvatica tra le bestie  nelle praterie, fino a casa. 
Al nostro mare
 
ci alziamo,  col suo vero nome 
a un solo tratto dal corpo, e un uomo,
un uomo di passaggio, che aumenta la realtà 
correndo, allargando la ricerca della grazia,
ad ogni passo e un varco
capace di contenere orme ed il domani
sulla soglia, di bianco in bianco 
correggendo la nostra vista corta,
nello sguardo curvo, e vivo,
come un invito, nella stessa orbita
 
quello che ho amato - spiega-  è senza fine
tirandosi dietro l'anima,  proprio il corpo, 
recuperando peso, residuo altare alla fede
                                                  nella  vita
per essere vera e sacra  - prosegue, 
unendo  col suo volto le mie mani-
sono il labirinto di una persona
che si è persa,  nella trama dei suoi vestiti neri,
che domanda l'unità, fra la voce ed una storia,
di un'armonia difficile da trovare- Sotto la neve
non esiste una realtà unica,
come sia arrivata qui, e chi l' abbia
accompagnata nel sonno, senza sogni..e poi
 
Si sofferma, e prega, con gli occhi del mare,
sulla freschezza, nell'ora più chiara,
girandomi  l'acqua tra i piedi. Rianimata,
vedo appena il movimento del respiro,
mentre lui scompare, oltre le dune, e lei
messa semplicemente tra le mani, 
una resina chiara che risale 
fino all'ultimo degli alberi di Sasso 
 
avvicinandosi prende una luce,
l'odore di questo segno splendido
                                  della sua vita
per farne Una
                     che alla mia cammina
 
 
 P.G.Fischer
 
                 P.G.Fischer - Donne sulla spiaggia

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