Pubblicato il 25/08/2009 00:31:00
Occhieggia senza discrezione un accappatoio di lino bianco e sbrodola via dalla vasca una condensa di umori e profumi. La toppa ha opposto resistenza ed anche questa volta la chiave di tutto è dentro quell’umida stanza. Le tempie si imperlano di sudore e la ragione obietta che è novembre e fuori piove e non c’è una spiegazione. Riprendo l’impermeabile e l’ombrello, il cane si rassegna a non uscire, accoccolato ubbidiente sul tappeto e infedele, non mi fa neanche le feste, complice quanto me di un tradimento subìto. Domani uscirà il sole e forse anche la voce a chi per tanto tempo ha soffocato invano la rabbia e lo sgomento per le offese. Ma piove a vento e le mie guance sono già madide, e le ciglia umide sono presagio di un nuovo sentimento che lacrime asciutte non può più accettare.
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