Pubblicato il 28/10/2010 22:05:59
CASA DI TOLLERANZA
La casa dei tortellini, la casa vinicola, la casa del buongustaio, la casa dei salumi e dei formaggi, la casa del pane, la casa del pesce, eccetera, eccetera. Ci sta pure la casa in città, la casa in montagna, la casa al mare, la casa in campagna, la casa di riposo, la casa di villeggiatura, la casa mobile, la casa di cura, eccetera, eccetera. La casa del fascio, la casa del popolo, la casa delle libertà… In un’altra casistica troviamo anche la casa di piacere, la casa chiusa, la casa di tolleranza. Ma in questo scritto, dopo cinque mesi di “silenzio stampa”, non tratterò dei vari tipi di casa, né tantomeno della casa di tolleranza, ma… solo di tolleranza. Tolleranza verso gli anziani, verso chi crede ancora in certi valori ritenuti da altri preistorici, verso chi crede nella poesia che segue ancora schemi classici pur usando linguaggio e tematiche diverse, verso chi crede nel valore sociale della comunicazione, in questi ultimi tempi facilitata dai nuovi mezzi informatici, quasi gratuiti, mentre, al contrario, il vecchio supporto cartaceo è aumentato di costo a dismisura rendendo quasi impossibile ad un pensionato dello stato dare alle stampe una propria silloge. Sì, ci sono gli editori…ma quale editore pubblicherebbe, a proprie spese, una raccolta di versi di un poeta di periferia, anzi della periferia della provincia, come lo scrivente? Ed ecco, allora, che imbocchiamo, senza nemmeno pagare il fitto ad equo canone, la porta della casa dei poeti. Qui conosciamo gli altri condomini. Gente come noi, che ama scrivere ( in versi o in prosa), che ama ricevere commenti (positivi o negativi), che ama commentare ciò che scrivono gli altri, che ama addirittura dialogare pubblicamente tramite i commenti o privatamente tramite le e-mail, che ama esternare i propri sentimenti, gli stati d’animo, le emozioni, le visioni personali e le considerazioni su un episodio di vita vissuta o immaginaria, come la nascita di un figlio o la perdita della madre, un imprevisto incontro d’amore o la morte del gatto. Sono momenti, questi, che vanno rivisitati in un’ottica diversa: per chi scrive e per chi legge e diversa, ancora, per chi commenta. Per circa cinque mesi, volutamente, non ho commentato, pur avendo sovente letto, le pubblicazioni dei poeti e degli scrittori de un sito validissimo. L’ho fatto come pausa di riflessione, come sciopero( anche se nessuno se ne sarà accorto!), per rispetto verso coloro che mi hanno degnato di un loro commento positivo, per rispetto verso coloro che mi hanno degnato di un loro commento negativo, e, a tal proposito, per la paura di incorrere nel cosiddetto improperio di ritorno ( tu offendi me ed io offendo te…). E’ probabile, anzi è perfettamente naturale che, a questo punto, qualcuno pensi che mi sia adirato per commenti negativi ricevuti nelle ultime “esternazioni” . Assolutamente!!! Se riprendo a scrivere su questo sito dopo cinque mesi significa solamente che credo nell’alto valore della comunicazione, del confronto onesto e sincero, nel dialogo. Ma quando si afferma che io abbia approfittato per fare propaganda politica, o addirittura di essere un inquisitore di stampo medioevale o di essere in mala fede, non lo accetto. Come pure non accetto giudizi e sentenze sommarie da chi non è riuscito a leggere appieno il mio messaggio perché talvolta ermetico. Quando non me la sento di dare un oculato giudizio, contenutistico o formale, su uno scritto di altri ospiti di questo sito, scrivo “No comment!” proprio per indicare che ho letto con interesse una poesia o un racconto, ma non me la sento di fare un commento obiettivo. In altro loco ( o sito) mi è capitato che, avendo scritto dei versi contro i “cravattari”, un tizio mi ha riempito di improperi, ritenendosi offeso perché portava sempre la cravatta. Il tizio (ignorante) ignorava che il cravattaro non è l’uomo che porta la cravatta, ma lo strozzino, l’usuraio, quello che arricchisce sulle disgrazie degli altri, quello che presta i soldi ad usura con interessi del cento per cento non all’anno, ma al mese. Anche io, come voi, ho il diritto di esprimere attraverso questo o quel sito , altri o miei siti, le mie idee. Voi potete commentarle, anche negativamente come fanno molti, ma non avete nessun diritto di offendere non solo me, ma anche gli altri frequentatori del sito: primo perché ho il coraggio di sottopormi al vostro giudizio; secondo perchè ho il coraggio di presentarmi col mio nome e cognome reale; terzo perché sono anziano; quarto perché ultrasessantenne mi sono adeguato a internet; quinto perché non ho mai offeso nessuno. TOLLERANZA! Amici del sito…TOLLERANZA! Penso che se, nel mondo, si aumentasse la dose di tolleranza verso chi ha la pelle di un colore diverso dalla nostra, chi ha un Dio diverso dal nostro, chi ha una visione politica diversa dalla nostra, chi tifa per una squadra di calcio diversa dalla nostra, chi è diverso perché è diverso, potremmo convivere, su questa casa immensa che si chiama “terra”, pacificamente, senza discriminazioni razziali, senza guerre, senza inutili diatribe politiche, senza violenza negli stadi, senza soprusi, in una “globalizzazione geneticamente modificata”, in un mondo senza dubbio migliore. Sono scampato ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, ad un infarto ad appena trent’anni, ad una operazione alle coronarie a sessanta, a minacce di morte per i miei articoli contro la speculazione edilizia degli anni ’70, a tentativi di estorsione, truffa, pizzo, eccetera, eccetera. Sono cinquant’anni che scrivo poesie. “ MEGLIO UN POETA SENZA LETTORI CHE UN POPOLO SENZA POETI”. P.S. Scusate il disturbo! A voi i commenti, ma…tolleranza!!!
Catello Nastro (2007)
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