:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
 

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Sei nella sezione Articoli
gli ultimi 15 titoli pubblicati in questa sezione
gestisci le tue pubblicazioni »

Pagina aperta 1209 volte, esclusa la tua visita
Ultima visita il Thu Nov 7 03:30:13 UTC+0100 2024
Moderatore »
se ti autentichi puoi inserire un segnalibro in questa pagina

Torneremo a guardare il mare

Argomento: Vari

di Maria Teresa
[ biografia | pagina personale | scrivi all'autore ]


[ Raccogli tutti gli articoli dell'autore in una sola pagina ]

« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »




Pubblicato il 24/03/2020 01:41:13

Dicono fosse il Covid, un numero tatuato sulla pancia a palla, 19 mi sembra, o giù di lì, non credo faccia differenza.
E tutto sembrò lontano.

Essere a casa, sempre, uno stato mentale, diverso dagli spazi abitativi, dai recinti strutturali, dalle pareti addomesticate da regole comportamentali, interne/esterne, ordinarie/dis-ordinarie, appartenenti a un arredo che esula da necessità effettive.
Sì, sono a casa. Così come l’oggetto, posizionato tra me e la finestra a riempire un vuoto che non avrei considerato se oggi non mi fossi accorta che tra me e la finestra esistono ostacoli, opportunatamente delimitanti, per non cedere alla tentazione di prendere troppe boccate d’aria.
Solo ieri l’aria era un bene scontato, ne facevo scorpacciate, ignara, tranne poi infilare due dita in gola e spargerla in una sola parola.
Bulimica per eccesso, ogni volta che volevo sentirmi ad alta quota.
L’aria continua ad essere seducente, ammaliante, un richiamo erotico il profumo dell’erba – umida quanto basta – a cui è difficile sottrarsi; mi guarda, mi tenta. Cedo. Spoglio la ragione, il pensiero scivola sul pavimento, le caviglie mimano una danza, con un gesto estremo di noncuranza getto lo slip nella vasca, dove differenziare i bianchi dai colorati.
E mi amo, e amandomi ti amo.
Dopo l’amplesso la fame; continuo ad accumulare oggetti.
Non contano le dimensioni, le forme, la consistenza, fondamentale è che sbarrino il cammino verso la finestra e quel cielo villano che offende la vista in catene. Il latrare di un cane giù in strada mi parla. Ci comprendiamo, ho qualcuno con cui conversare. Inizio a latrare, l’unico modo per farmi ascoltare.
Per un po’ dimentico la finestra i cui sprazzi di luce rimbalzano contro la cornice troppo grossa, l’argento troppo argento, tornando al mittente, senza che ne avessi avvertita la carezza.
Ciò che è scontato era considerato vano e chi se ne importa se dal divano che non ho mai usato i libri si sono accatastati.
Tiro le tende al tempo, le ombre assumono pose meno arcane. Posso toccarle con mano ora che sembrano più chiare.
Son capitati giorni in cui la finestra non è stata neanche aperta, lasciando fuori la luce dei lampioni, pensando che la sera non avesse che il buio da mostrarmi, troppo lontano dal led sospeso sulla tavola piena – sempre di troppo argento – apparecchiata per la cena, appena dopo il pranzo e un po’ prima della colazione fuori dal letto.
Il letto… ahha, dicono serva per dormire o per svegliarsi prima che sia troppo tardi; alcuni lo utilizzano per cose strane, cose da umani, quando conviene mettere in vista il cuore come fosse un quadro d’autore. Intanto resto a casa.
La finestra sembra solo una finestra, meno ostile.
Resto, lo devo a me stessa, lo devo a chi amo, a chi mi ama.
Poi, torneremo insieme a guardare il mare. Torneremo ad amare.
E ci accorgeremo che la finestra era sempre rimasta aperta.
Noi, prigionieri di noi stessi.

Maria Teresa Infante
24 marzo 2020


« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »

I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Maria Teresa, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.

 

Di seguito trovi le ultime pubblicazioni dell'autore in questa sezione (max 10)
[se vuoi leggere di più vai alla pagina personale dell'autore »]

Maria Teresa, nella sezione Articolo, ha pubblicato anche:

:: [ Arte ] Ipazia, Artemisia e le Altre. Donne e arte, vittime della st (Pubblicato il 24/08/2020 00:32:00 - visite: 348) »

:: [ Storia ] Donne scomode. Il prezzo della rivoluzione al femminile (Pubblicato il 26/04/2020 04:48:03 - visite: 321) »