Pubblicato il 17/05/2014 10:56:04
Silenzio, la luce fioca che incessante t'attraversa, spogliando gli attimi della tua vanità ricoperta d'ombra, tu bella, venere non dea che provochi il mio corpo, graffiando il desiderio, vizioso ed irruente come il vento che penetra le onde. Tu che t'imbarazzi al riverbero del sole, ti disegni come amazzone nell'argento della luna, con le vesti d'erotismo mi soggioghi nel tuo ventre, sbarazzino ed irridente, che ti fa sentire donna. Come bramoso mendicante nell’attesa dei tuoi spasmi, t’assaporo nel peccato della bocca mia viziosa, e mi doni i seni tuoi ch’imprigionano il piacere, in cui muore quel respiro che si fonde nell’oblio. E così in fine t’ascolto nell’intensa smania tua ch’esce lenta dalle labbra e placidamente si dilegua.
Andrea Palermo ©
(Anno 2014)
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