Pubblicato il 21/02/2008
Mi sento a disagio senza abito scuro. Lei è sul palco, fasciata di bianco circondata da un'aura di fumo e di cipria. Gli uomini mi guardano e forse ridono di me protetti dagli smoking di sartoria. E' stato un attimo, un gesto inconsapevole. In cambio di una banconota ho avuto un sogno che questo febbraio non riesce a contenere. Dopo la mezzanotte non c'è tempo per i fantasmi o forse i fantasmi non frequentano gli autogrill. In una confezione in offerta di musica jazz lei mi attendeva per attaccare quel pezzo. Che differenza fa un giorno? Nessuna, per chi è senza tempo.
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