Pubblicato il 09/05/2014 09:44:54
la prima cosa sono le mani, le lunghe dita sottili, per carezze lievi quando la notte passavano sulla fronte piano, per allisciare sogni scapigliati o raccogliere qualche lacrima accorata. confesso che questo è il ricordo più forte, l'assenza più ardua. poi c'è il sorriso, quello che porto anch'io, passo dopo passo in questo bizzarro gioco d'equilibrio dove le nostre solitudini si confondono intersecando i piani temporali e non so più di chi sia l'attesa, di chi la speranza.
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