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Prova a entrare nella mia stanza
sempre da sola
-contro il cielo io lancio bestemmie
a caccia di qualsiasi dio-
secondo me ci vuole più coraggio a fare il poeta che ad esserlo
mi disse la ghiandaia che più non vola infilando perline
-mi ucciderai con le tue mani sporche-
ringhiere, astucci di clavicole a limitare lo spazio
rendendolo comprensibile alle braccia che fanno leva sulle
ah quanto mi tira questo salto!
Ti è mai capitato? Dice allora fallo.
Il tettuccio della Panda mi chiama più dell'asfalto
a Londra quale fiume sotto al ponte aveva la stessa voce?
Sogno un incidente stradale
come tu sognavi di essere un'indovina
vedere come ride la Luna.
La mia passione per le lame
giustifica i tagli
magro il bilancio dei polsi a questa falce
balla cherubino la danza della morte!
Il dolore fa il talento, lo dice un tale
cui comunque non avresti dato credito
mi risparmio di farne il nome
e lascio libere le gambe
forse qualcuno vuole leggere nel mio cuore
forse mi hanno insegnato la paura
cosa ho provato lo sai?
La mia identità
toccami ancora come sai fare
com'è profondo il mare
a densità limitrofe
che la mia parte non mi reciti
per le verdi tossiche terre, palchi alla deriva
teatri tetri d'industria
preferisco sortilegi balcanici e cappelli colorati
i forti figli del Gagarin.
Proviamo a proiettare per un attimo
la superficie delle cose su questo sfondo rauco:
solo la fortuna viene dalla Luna
tutto il resto è più che naturale
se preghi o se non preghi, se fai l'amore solo
se ti fai o non ti fai.
La potenza del mio cosmo immenso deride gli assilli
del misero mio corpo!
Ecco le mie cicatrici per il tempo ch'è passato
e me ne faccio un vanto degno di me
voce tra le voci, umane sovrumane.
Guarda, i fiori che m'hai donato sono appassiti
presto li getterò prima che muoia ancora
catarsi di un'esplosione nucleare.
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