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Sei Cento Ottantaquattro

di Emilia Filocamo
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Pubblicato il 27/04/2014 15:17:48

Ora che l'hai debellato, il Mostro

da cantina che sbocciò al pari dell'unguento

umettato di settembre- in fiore, rosso non

ecrù; ora che l'hai ricacciato alla foce d'inferno

DOC dalla quale credevi che fosse sfuggito,

ora più non sfiguri. Certo sei intatto

nell'orrida veste del primo allunaggio, del piede posato

in anticipo e per diritto padrone del calpestato,

ombreggiatura- oppressione, schiacciato.

Solo che tutto sotto la suola non resta del tuo scellerato

troneggiare neppure un semino, che so una goccia, sia essa

 di desiderio, sia essa reagente per la giusta reazione, sia essa

collante ed impollinatrice e perfetta all'uopo dell' insaporire.

Allora mi chiedo: ora che il latrato del brutto

incontro è seppellitto sotto otto stagioni di buona

terra alleata, ora che ristabilito è il curioso

senno infermo della giusta precedenza, cosa sia questo

recinto dove ancora mi tieni ventre e speranza e cosa

mai credi che nasca là dove l'aspersore

è più avaro di agosto su certe lande accalorate,

maledette calotte di afosi insettoni che dell'acqua

non sanno nemmeno la specie.


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