DISTACCO.
Pista morbida di voli
e approdi, la superficie
delle tue ginocchia.
Magico tappeto da cui
senza timore, ci libravamo
in cieli arcobaleno.
E tu pilota esperto, mi facevi volare.
Si innalzavano le nostre fughe:
e, suolo orfano d'orme di padre e figlia,
lasciavano a terra.
Poi, delicatamente sfiorando
pavimenti di sole
invisibili ad altro sguardo
atterravamo, complici,
Impugnando le forbici della ribellione
e del contrasto, l'adolescenza
recise, un giorno, i fili del magico
tappeto.
Dal cielo cadde l'aquilone.
Trascinato dal vento
su un asfalto di realtà impastato,
come uccello morto giacque.
Né volò più.
Né tu, con me
né io con te.
Seppure, adesso, sappia
che voleremo ancora,
insieme, padre.
Serenella.
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