Restano tempi e luoghi da ricordare,
liturgie da commemorare,
territori da idolatrare, in un amore.
Date al sapore di miele, si affastellano in un calendario
d'incontri, dall'intensa tonalità dei papaveri
su frammenti di cielo,
dove l'amore si specchia nell'abito rosso della festa.
Capita, che cambi il tempo,
che il vento muti direzione,
che la tela della vela si squarci
in un susseguirsi di sapide on-date,
di scontri violacei, sugli scogli.
Che lo specchio del cielo si trasformi
in marmorea lastra,
lapide della tua tomba.
Sul pavimento lucido rimangono schegge
di ceramica bianca screziata di rosso.
Sulla tua pelle strisce viola
Intorno all'occhio risplende, un arcobaleno.
E' quel “ti amo troppo”
così simile allo scricchiolio
gracchiante di ossa rotte
che tritura l'anima.
Devi imparare velocemente a cancellare:
a colpi sonori di spugna.
Devi imparare all'istante a seppellire:
sotto uno spesso strato di cemento armato.
Se saprai essere così brava, a far sparire le tracce.
Saranno sufficienti tre “magicabula”
pronunciati in una notte di luna piena
E la magia sarà compiuta.
Crederanno che la tua favola d'amore esista.
Crederanno che la tua favola d'amore
saprà mantenere un finale di una favola degna di rispetto:
“E dopo, vissero per sempre felici e contenti.”
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