Pubblicato il 09/04/2014 08:37:39
La pelle levigata degli oggetti è tesa come la tenda di un circo. Sopraggiunge la sera. Benvenuta, oscurità. Addio, luce del giorno. Siamo come palpebre, dicono le cose, sfioriamo l'occhio e l'aria, l'oscurità e la luce, l'India e l'Europa.
E all'improvviso sono io a parlare: sapete, cose, cos'è la sofferenza? Siete mai state affamate, sole, sperdute? Avete pianto? E conoscete la paura? La vergogna? Sapete cosa sono invidia e gelosia, i peccati veniali non inclusi nel perdono? Avete mai amato? Vi siete mai sentite morire quando di notte il vento spalanca le finestre e penetra nel cuore raggelato? Avete conosciuto la vecchiaia, il lutto, il trascorrere del tempo?
Cala il silenzio. Sulla parete danza l'ago del barometro.
(da Della vita degli oggetti – Poesie 1983-2005, Adelphi, 2012)
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