Pubblicato il 12/10/2008 02:27:07
Il vento di ponente batte la costa gridando il suo delirio di acqua e sale alla sabbia fuggiasca dietro le dune: l’oceano indifferente e potente contro la scogliera innalzando al cielo le sue mani bianche, subito ritirate; le onde allungandosi il più possibile verso la terra, spumeggianti e informi di forme impreviste lasciando lucida sabbia a specchio del cielo. Una vaporosa nube di salsedine permea l’intera spiaggia biancheggiando l’etere sospeso di tenue luce diffusa. Il sole dà il senso dell’ardore alle cose esistenti, il verso del giorno, dell’est e dell’ovest, della notte che arriverà con le stelle guardiane dei segreti delle cose che scompaiono nel buio e che già ora camuffano l’eterno di luce e colore.
In tutto questo, cammino, cercando di vedere il mistero sublime, il legame misterioso che affiora dalle cose, dai loro movimenti e dalle parole che vibrano in esse. Mi allontano dal mare verso le dune dove è immediato il volo del silenzio nelle orecchie, dove la sabbia soffice e calorosa ha i disegni del vento, non v’è ’impronta, ed è accolto, il piede, dalle molteplici parole degli innumerabili granelli. Piante e sassi sono come sospesi nel bianco e onde di sabbia nel gesto dello spumeggiare prima dello schianto, immobilizzate come in un ripensamento ché si sa le cose ruoli non scambiano non essendo acqua ma roccia triturata. Tra quelle immobili onde una colonia di gabbiani in riposo e attesa, non troppo disturbati dalla mia inattesa presenza – lanciando striduli versi in difesa – qualcuno accenna un breve volo.
Il letto di un corso d’acqua esce tortuoso dal bosco e s’espande essiccato tra le dune dove ristagna tiepido: a ben guardare creature inconsistenti vi si muovono adagio. Un morbido tappeto di erba su un lato del fiume rende piacevole il piccolo guado; l’acqua sale fino all’inguine per poi ridiscendere fino all’appoggio del piede sull’erba fresca come in una carezza d’oasi.
Voltandomi vedo un mondo d’azzurro e bianco, sento il suono dell’oceano e parole che fuggono via, anche quest’oggi, solitarie nella loro bellezza.
(tratta da "Cielo indiviso", Manni Editori, 2008 :: http://www.cieloindiviso.it)
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