"Mi dica lei, sente ancora delle voci?
-(digli di no)-
No dottore."
Ho sentito dire che i colori accelerano verso un punto preciso,
no io mai fatto uso, della retina
e chi si considera ai margini della visione presto si ricreda
non c'è patina o teoria del filtro che tenga
perchè nella realtà è la realtà che si avvera e s'avvicenda a se stessa
così com'è, nella potenza della dinamica della sua verità
finchè non finirà con la consueta domanda:
?.
A ognuno la sua, un unica risposta?
Non lo so e tutto si ripete
nel girone dei perchè
andata e ritorno fanno sette vite come i gatti.
Ma il nostro cuore solo ai cani bastardi e senza meta
denti aguzzi occhi di creta e coda tra le gambe.
Perchè la scelta è una strada che al minimo si biforca
e perrcorrere l'intuito da una stazione all'altra
a volte manda fuori onda:
!.
Quasi quasi mi dimentico del freddo che fa se ti guardo ballare
e mi ricordo di quell'Orfeo in Brasile
che faceva il tranviere onirico
e sintonizzava le nostre parabole paranoiche su lustrini d'argento
e piume di cristallo
da farne il sepolcro di un carnevale antico.
Quando ci siamo perduti non ero ancora stanco
e il futuro era un vecchio nemico
da chiamare per nome.
Adesso lasciamo stare, non ho grilli per la testa
ma la commissione è stata curiosa
un signore ha voluto persino che muovessi la mano
e mi ha chiesto se fossi "destrogno"
io ho risposto di si cos'altro avrei dovuto fare?
Arrivare fino in fondo magari rischiando io per primo di affogare?
Tornato a casa mia madre mi ha chiesto se mi avessero umiliato
No, ma che strana domanda che strana domanda da fare per una madre.
Restare qui fino a domani in questo punto del pensiero
e togliergli la pelle per oservarne gli organi interni
richiederebbe uno sforzo eccessivo
e mi serve una riserva d'energia per sognare mentre dormo.
Dura poco il mio cammino
questione di battiti dall'ingresso al letto
due soglie troppo vicine per non confondersi
e la notte sembra l'unica distanza necessaria da colmare.
L'attesa in un ghetto per diritto di nascita.
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