La “Mostra Integr’Azione: Vita d’Arte e Arte di Vita”, giunta alla sua ottava edizione 2023, celebra la dialettica artistica dell’identità alla differenza con la collettiva annuale d’arte integrata e itinerante, aperta al pubblico dal 26 al 28 aprile, ore 10,30-12,00 e ore 15,00-16,00 e con inaugurazione il 26 aprile alle ore 10,30, presso l’Opera Don Guanella, al Centro Diurno di Riabilitazione Casa San Giuseppe in Via Aurelia Antica 446 a Roma. La mostra è partecipata da educatori e da artisti contemporanei emergenti e affermati unitamente ai ragazzi dell’Opera Don Guanella, del Centro Don Orione, dell’Opera Don Calabria, della Comunità di Sant’Egidio, dell’Istituto Leonarda Vaccari e della Fondazione Don Gnocchi, per festeggiare il dono mutuale di riconoscimento nel divenire dell’essere.
L’Opera Don Guanella, con lo psicologo responsabile del Centro Diurno il dott. Fernando Manna,
in collaborazione con l’Accademia Internazionale di Significazione Poesia e Arte Contemporanea, presidente il critico e arteterapeuta prof.ssa Fulvia Minetti, inaugura la mostra artistica in convenzione formativa con l’Università degli Studi di Roma Tre, accreditata dalla Regione Lazio e da Roma Capitale, con il conferimento dei diplomi e della critica in semiotica estetica alle opere di tutti i partecipanti, per significare e valorizzare l’espressione umana e artistica.
La Mostra Integr’Azione attinge ad una dimensione etica nella partecipazione ad un sostrato di universalità archetipica, che accomuna e promuove una comunicazione sempre possibile, al di là delle individualità, delle diversità, delle culture, per riconoscersi e ricevere riconoscimento nella riconoscenza; ad una dimensione transizionale, poiché l’arte è spazio franco di proiezione immaginativa di sé, per la progressiva costruzione, dal principio di piacere, dell’identità e del piano di realtà; una dimensione ludica poiché l’arte offre terreno al profondo gioco esistenziale, volto alla sintesi di opposti: è divertimento nel senso letterale del termine, che significa volgersi in altra direzione, verso l’altro, per l’intero; ad una dimensione maieutica, poiché l’arte è il grembo per la nascita protagonistica dei potenziali espressivi latenti della persona, alla coscienza e alla collettività; ad una dimensione semiotica, poiché l’arte è occasione di senso per mezzo di un’analisi dei contenuti preconsci dei simboli artistici, per una significazione e una valorizzazione del sé e delle cose; ad una dimensione gnoseologica, poiché l’arte è opera di conoscenza, oltre l’abitudine pregiudiziale, per attingimento ad un codice archetipico universale e per il riconoscimento mutuale con l’alterità, ad una dimensione individuativa, poiché l’arte è configurazione inconscia, possibilità infinitamente aperta di rifigurazione cosciente di sé, della propria vita e del mondo; ad una dimensione sociale, poiché l’arte è integrazione, che è letteralmente l’atto di “fare l’intero con l’altro”, rendersi vicendevolmente completi nell’essere; ad una dimensione paradigmatica, poiché l’arte supera i processi di deduzione e d’induzione, è sviluppo della neocorteccia nel processo inferenziale di abduzione, ove l’ipotesi creativa è primo paradigma del rapporto uomo-mondo; ad una dimensione dialettico-veritativa, poiché l’arte è dialogo esistenziale fra necessità e libertà, fra essere ed esistere, fra inconscio e coscienza, fra identità e differenza, nel divenire aperto dei significati della vita, luoghi del transito della verità; ad una dimensione rituale, poiché l’arte è teatro del caos e del cosmo dell’identità, è soglia della genealogia dell’uomo e della cultura.
L’Accademia raccoglie le opere in mostra in un poster a tema che magnifica la palingenesi della vita nel senso, attraverso la figura archetipica dell’uroboro, in qualità di grembo materno e sociale, curvatura del tempo lineare e depauperante del divenire, armonia degli opposti, che porta all’eterno ritorno dell’individuazione all’essere. Il viaggio della significazione è affrancamento dalla morte in eterna rinascita: è l’abbraccio di ogni divenire formale, che sussume il molteplice nell’uno. Questo attimo d’eternità, un tempo aureo di senso, è nel dono mutuale di nuove forme di verità essente.
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