Pubblicato il 20/07/2009 21:26:25
Intreccio le dita molli intorno ai tuoi pugni chiusi perché non si perda una sola goccia dell’umore che nutre i nostri sensi. Labbra di sale, amare di arsure increspate, di terra da arare. Sono te, cerco una simbiosi nei tessuti della pelle, tento una metamorfosi nelle sfere percettibili di una quasi cecità. Quel che domani potrà il divenire mutare, non scambierà il vento con un respiro. E tu spingi forte, spingi dentro al mio sconfinato lago di certezze onde di rabbia e disperazione. Come un cigno bianco riemergerò dalla placida acqua con le piume bagnate ed il collo dritto e fiero. E non un una nota uscirà dalla mia gola muta di poesia. Sorda ai richiami della mente, ascolterò la voce del vento.
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