l'aria consiste, passata ai rami
in un breve ruzzolo alle vie
fino alla piazza dove schiude
il petto a un cigolìo distante
sotto un cielo come menta
un domicilio per il passo
fino al granito stare
dentro agli occhi, fuori alle ali
è oltre le nuvole e tra i pollici
sotto i cappelli in tresitudine
e grovigli
poche anime, poche
ombre allungate a quel cocciuto amare
tornano tra i vicoli che incastrano
dentro la pancia del silenzio, ciottolata
di tutta una discesa da salire
per non finire via
dietro gli ottoni delle porte
del legno che resta a reggere
ancora anziani sui sgabelli
bocche ardenti, pose
celeste cenere capelli
sinceri come i frutti presi a terra
che ripongono nei cesti
i loro cari letti bianchi
aperti alle finestre dell'estate
a quel desiderio di partire
per andare via per sempre
e poi tornare.
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